Sindaco e assessore Zappalorto: “Si procederà entro il 2025 su due ampie aree di Chieti Scalo”
Chieti. Il Comune di Chieti si aggiudica 7,1 milioni di euro per il recupero e la bonifica di due estese aree ricadenti all’interno del Sito di Interesse Regionale di Chieti Scalo. Con la firma del decreto da parte del Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è stato raggiunto in anticipo il traguardo di dicembre, fa sapere l’ANCI Abruzzo, sulla misura del PNRR “Bonifica del suolo dei siti orfani”, con conseguente l’adozione del Piano d’azione per riqualificare i terreni inquinati delle aree industriali abbandonate. Le azioni interessate sul territorio sono il Dragaggio del ponte di Pagnini Eco Sas e la bonifica del sito ex Eco Trans Srl del Consorzio industriale Chieti Pescara.
“Il decreto che attesta il finanziamento sui due siti, è un’occasione importante che consentirà al Comune di rivitalizzare due aree fortemente inquinate e di farlo in tempi brevi, attraverso il binario veloce del PNRR – così il sindaco Diego Ferrara e l’assessore all’Ambiente e alla Transizione Ecologica Chiara Zappalorto – Si tratta di un’occasione importantissima, perché la nostra azione sulle diverse porzioni di territorio da rinaturalizzare potrà così essere articolata e integrata, in modo da recuperare la funzione di queste parti della città che si trovano tutte a Chieti Scalo, a ridosso del fiume e dell’area industriale. Abbiamo diversi strumenti che ci consentono di agire: a partire dal PNRR, che ci ha finanziato il recupero dei due siti con una mole considerevole di fondi; ma c’è anche il contratto di fiume, che ci vede in sinergia con gli altri Comuni dell’asta del Pescara per progettare azioni di tutela e di rivitalizzazione; infine c’è la bonifica del SIR di Chieti Scalo, per cui avevamo risorse per 10 milioni di euro che sono state definanziate dalla Regione e non ancora restituite, che ci consentirebbero di avviare anche quella bonifica, che va in tandem con l’altro SIR di Città Sant’Angelo.
La misura che ci ricomprende per i siti orfani è un investimento da 500 milioni di euro e punta a ridurre i rischi per la salute, preservare l’ambiente e promuovere l’economia circolare. La riqualificazione di questi terreni, infatti, “orfani”, perché non ricompresi in nessuna procedura di bonifica secondo legge e indicati dal Ministero, consente di riutilizzarli, restituendo uno spazio all’ambiente e soprattutto valorizzando la biodiversità dei luoghi. I tempi sono stretti: tutto dovrà essere rendicontato entro il 2026, entro la fine di marzo 2026 dovrà infatti essere riqualificato il 70% delle superfici individuate. Una tabella di marcia vigorosa, che trova da parte della struttura comunale una disponibilità piena a procedere, al fine di avere nuovo sviluppo su terreni che erano senza speranza”.