Chieti. “In un periodo in cui si va sempre di più verso la normalizzazione del sistema Paese e si cerca di tornare alla normalità sanitaria, ovvero di tornare a “curare” i cittadini che non sono malati di Covid-19, c’è chi cerca di ostacolare tale processo in controtendenza alle direttive nazionali.
Infatti, mentre il Governo ha stabilito che tra qualche giorno potremo addirittura toglierci le mascherine nei locali al chiuso, solo nell’Ospedale di Chieti si assiste ad un irrigidimento delle misure dovute al Covid, nonostante che nella vicina Pescara si siano spese ingenti risorse proprio per creare una nuova struttura sanitaria, specifica per le problematiche Covid, permettendo così, almeno nelle intenzioni, a tutte le altre strutture della cosiddetta area metropolitana di dedicarsi con più specificità alle altre esigenze sanitarie.
Infatti in questi due anni di Pandemia, il Sistema Sanitario ha dedicato la maggior parte di risorse umane e materiali all’emergenza Covid-19, tralasciando la prevenzione e la cura di patologie importanti quali quelle oncologiche, unitamente a patologie internistiche e cardiologiche con l’inevitabile peggioramento delle condizioni cliniche dei pazienti.
In tale contesto anche l’Ospedale della nostra Città è stato fortemente penalizzato utilizzando le proprie risorse principalmente per l’emergenza Covid-19.
E proprio nel momento in cui si intravvedeva una ripresa dell’attività chirurgica ordinaria, con fondi nazionali e regionali messi a disposizione per il potenziamento di tale attività, oggi si verificava nell’Ospedale Clinicizzato di Chieti un episodio gravissimo!
A causa di non precisate problematiche inerenti la gestione dei pazienti Covid-19 provenienti anche da altre strutture sanitarie, veniva presa la decisione di bloccare l’attività di una struttura istituzionalizzata come la Chirurgia Generale ad Indirizzo Oncologico disponendo una improvvisa e repentina mobilità di pazienti, personale medico ed infermieristico in varie dislocazioni del Presidio Ospedaliero.
Il recente passato ha dimostrato come il Covid-19 ha di fatto depotenziato la medicina preventiva e bloccato tutte le attività chirurgiche, di qualsiasi specialità.
In merito al blocco dell’attività della Chirurgia Oncologica che vanta un cospicuo numero di pazienti in lista di attesa, soprattutto per patologie neoplastiche, ci si chiede dove sia il razionale di una tale scellerata decisione.
Poiché il ruolo del Servizio Sanitario è quello di dare risposte al bisogno di salute di tutti i cittadini si potrebbe configurare in tal senso un caso di interruzione di pubblico servizio?
E perché tutto questo accade solo per il nostro Ospedale?
C’è qualche disegno specifico dietro? Se poi si vede che pian piano tutte le specialistiche universitarie stanno scivolando verso Pescara, qualche dubbio appare più che legittimo, ed allora dov’è il Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl e dove sono le altre figure istituzionali che dovrebbero tutelare il nostro territorio?”. Si legge così in una nota del gruppo consiliare della Lega di tutti.