Chieti. “La possibilità di una fusione a freddo ed in maniera frettolosa tra i territori provinciali di Chieti e Pescara è più che mai realistica. Il tutto potrà avvenire in tempi solerti se il Parlamento, in un augurabile scatto d’orgoglio e dignità, non subisse più silenziosamente le troppe decretazioni d’urgenza del Governo ma recuperasse il senso della mediazione e dell’interpretazione delle istanze dei territori caratteristiche della politica”.
Così in una nota il capogruppo del Pd in Provincia a Chieti, Camillo D’Amico, che prosegue: “Alla luce di questa possibilità assistiamo ad un film povero è sterile dei presidenti delle due Province prossime, probabilmente, a diventarne una sola: Di Giuseppantonio e Testa. Entrambi poco memori agli entusiasti annunci fatti nell’estate del 2011 quando, volendo essere antesignani di quello che è poi avvenuto, volevano avviare la fusione e l’accorpamento degli enti partecipati: OPS, ALESA e ProvinciAmbiente per mettere insieme servizi ed attività ai cittadini amministrati. Adesso Di Giuseppantonio denuncia la difficoltà di un ente prossimo al dissesto (parole sue) e Testa le difficoltà conseguenti. Due attori che si sono spartiti i ruoli nella comunicazione come in un film! Ribadiamo che la Provincia di Chieti, dopo l’inopinata e scellerata scelta di riconoscere debiti molto presunti assunta in una delibera consiliare ad inizio legislatura, ha avviato tardivamente una verifica dei residui attivi e passivi legati al bilancio. Dopo un primo lavoro di ricognizione sui residui attivi, dove non sono mancate sorprese su certe allegre spese fatte da qualche assessore furbo e tenace come pochi dell’attuale giunta, il lavoro della commissione tecnica–politica (allo scopo istituita su nostra reiterata ed insistente proposta) si è inspiegabilmente fermato. Forse perché talune loro certezze si scioglierebbero come neve al sole e cadrebbe la verginità di non aver fatto e realizzato nulla nel territorio per colpa di chi ha amministrato l’ente prima del’attuale centrodestra a a guida Udc? A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca! Attendiamo risposte concrete e non dubitative. Per la ‘nuova’ provincia che sarà. Noi faremo sino in fondo la battaglia civile e democratica di mantenere Chieti capoluogo ma ribadiamo che è necessario coinvolgere il territorio nella riorganizzazione e riallocazione degli uffici della pubblica amministrazione; questo non può essere ulteriormente spogliato e dimenticato ma necessariamente ricordato e valorizzato perché tutti i cittadini hanno pari dignità nell’accesso ai servizi erogati a loro carico e spese. Senza la solidarietà concreta del territorio – conclude D’Amico – la battaglia la si perde certamente e la copla non sarà a noi imputabile! Proprio per questo, utile sarebbe, che gli amministratori della nuova provincia siano eletti, abbino legittimità democratica e non siano nominati”.