Bussi. Nella giornata di ieri il consiglio comunale di Bussi sul Tirino all’unanimità ha approvato un ordine del giorno che chiede di conferire la cittadinanza italiana a Patrik Zaki, attivista e ricercatore egiziano, che si trova dall’8 febbraio 2020 in detenzione preventiva nelle carceri del generale Al-Sisi.
“Nello stesso ordine del giorno”, osserva Corrado Di Sante, segretario provinciale PRC-SE Pescara, “si condannano le relazioni commerciali che l’Italia continua ad avere con l’Egitto, soprattutto per quanto riguarda l’escalation di commesse militari. Inoltre nel comune di Bussi verrà affissa una gigantografia di Patrik Zaky fino a quando non ci sarà la liberazione. Il comune di Bussi ha fatto molto di più di quanto chiedeva la minoranza di Progetto Bussi”.
E ancora: “Quella del PD è una polemica indegna. Spiace constatare che un ex presidente di Provincia come Pino De Dominicis non sia in grado di cogliere la differenza tra la mera propaganda e un atto concreto e fattivo, riconoscere la cittadinanza italiana a Patrik Zaky è un atto che davvero può salvare la vita del ricercatore dell’Università di Bologna a differenza della sola cittadinanza onoraria di Bussi, che invece è esclusivamente un gesto simbolico. Nessuno è contrario ad un gesto simbolico ma è evidente tranne agli sciocchi che il comune di Bussi ha voluto fare di più, proprio come oggi ha fatto il Senato della Repubblica. Infatti in Senato è stato approvato un ordine del giorno per conferire la cittadinanza italiana a Patrik Zaky. Probabilmente il protagonismo mediatico dei quaraquaquà del PD di Bussi serve solo a nascondere il fatto che a tutt’oggi è semplicemente vergognoso che un Governo sostenuto dal Pd con ministri e sottosegretari, dopo l’omicidio di Giulio Regeni, che attende ancora giustizia, e la carcerazione di Patrik Zaky, continui ad avere relazioni commerciali e ad esportare armi, senza alcun passaggio parlamentare, verso un governo che pratica la violazione sistematica dei diritti umani. Una condotta immorale e in violazione della legge n.185/1990 di cui il Partito democratico è complice”.