L’Aquila. “Ripartire dai territori confrontandosi con le loro reali quotidianità, per quanto riguarda il mondo del lavoro, dell’impresa, della cultura e delle realtà sociali; questo lo spirito della due giorni: La Primavera delle Idee, organizzata dalla Fondazione Cantiere Abruzzo- Italia che si è aperta oggi a L’Aquila” lo ha dichiarato Fabrizio Di Stefano.
Presidente della Fondazione Cantiere Abruzzo-Italia, al termine della prima giornata aquilana dell’iniziativa: La Primavera delle Idee, che domani mattina, alle ore 10.00, riaprirà i lavori della seconda giornata all’Hotel Villa Maria di Francavilla Al Mare.
“In particolare” ha continuato Di Stefano, “La presenza dei vertici delle Camere Di Commercio, sia oggi che domani, del Rettore della più grande Università d’Abruzzo nella sessione mattutina del sabato e di tanti altri illustri relatori, credo esprima bene il senso di quello che voleva essere ed è stata questa iniziativa: una politica che studia la realtà abruzzese, che si interroga, che si confronta e, non ultimo, che ascolta chi, nella società abruzzese, la quotidianità la vive e ne è protagonista.
Tutto, anche attraverso il confronto con coloro che, con i loro ruoli Istituzionali, questa quotidianità la possono tradurre in termini di concreta fattibilità.
Credo che anche la forte partecipazione ai dibattiti, sia in termini quantitativi che qualitativi, di amministratori, di espressioni sociali, di pezzi importanti della società abruzzese, sia il segno che l’iniziativa è stata apprezzata.
Infatti solo una grande alleanza tra la politica, il mondo produttivo e le realtà sociali, culturali ed economiche della nostra Regione può offrire una concreta prospettiva all’Abruzzo che verrà; un Abruzzo che tenendo ben salda la propria storia, la propria identità, il proprio passato, deve guardare con forza, con orgoglio, ma anche con uno spirito nuovo, alle sfide del terzo millennio.
Anche in questo sta il ricordo di Giovanni Pace con cui abbiamo aperto la manifestazione; un uomo che ha saputo vivere ed interpretare i valori del suo tempo ma li ha anche saputi proiettare nel terzo millennio” ha concluso Fabrizio Di Stefano.