Chieti. Nei giorni scorsi gli Uffici comunali hanno diffuso un documento secondo il quale il servizio di mensa scolastica non può considerarsi alternativo ad altre soluzioni come quella di portare il cibo da casa. Secondo il Comune quindi, la sola presenza a scuola dell’alunno iscritto al servizio mensa scolastica, comporterebbe l’obbligo per la famiglia di provvedere al pagamento dei pasti a prescindere dall’effettivo consumo degli stessi.
Il Comune precisa poi che qualora fosse richiesta la cancellazione dal servizio mensa da parte di una famiglia, la stessa non potrebbe poi avanzare una nuova richiesta di iscrizione.
Sulla questione interviene il MoVimento 5 Stelle teatino con i due Consiglieri comunali Ottavio Argenio e Manuela D’Arcangelo.
“Da sempre – dicono i due portavoce – ci siamo occupati dei servizi destinati ad integrarsi con l’istruzione come il servizio mensa e nell’esaminare questa nota del Comune non possiamo che evidenziarne la totale e delirante illegittimità”.
“Sino allo scorso anno – precisa la D’Arcangelo – le famiglie che iscrivevano i figli al servizio mensa pagavano i pasti effettivamente consumati acquistando un blocchetto di buoni da utilizzare singolarmente per ogni pasto fruito. Se quest’anno i motivi organizzativi interni hanno reso inopportuno l’uso del blocchetto di buoni pasto, non è possibile affermare che sia la sola presenza a scuola del bambino iscritto al servizio a far sorgere l’obbligo di pagamento del pasto in capo alla famiglia”.
Secondo Ottavio Argenio “Una simile modalità di erogazione del servizio è uno sconcertante travisamento delle più elementari regole sui servizi a domanda individuale e si pone in netto contrasto con il Regolamento sulla mensa scolastica da poco approvato”.
“Il Regolamento – prosegue Argenio – prevede che gli Uffici comunali debbano registrare le presenze effettive alla mensa scolastica, cioè l’effettivo consumo del pasto da parte del bambino ed è sulla base di questo dato che hanno l’onere di controllare la corrispondenza tra quanto pagato dalla famiglia e quanto effettivamente fruito in termini di servizio.
Ne deriva che anche i bambini iscritti al servizio mensa possono decidere, liberamente e quando vogliono, di consumare il pasto portato da casa in alternativa al servizio mensa o di non mangiare a scuola, senza che ciò possa minimamente influire sull’iscrizione al servizio stesso e senza incidere sul pagamento di quanto dovuto all’ente per i pasti forniti ed effettivamente consumati.
“Tentare di imporre regole diverse – concludeArgenio – è ridicolo, assurdo ed illegittimo ed è l’ennesima dimostrazione dell’assoluta incapacità politico – amministrativa di questa Giunta che nemmeno dopo essere stata gentilmente dotata di un Regolamento specifico, riesce a far funzionare decentemente un servizio così importante!”
Altrettanto indecente – concludono i due portavoce del MoVimento – è l’atteggiamento della maggioranza consiliare al cui interno, nessuno sembra preoccuparsi dei reali problemi della città. Evidentemente sono tutti presi dalle contorte dinamiche di partito in vista delle prossime elezioni regionali.”