Chieti. “Se oggi l’ex Ipab rischia il collasso e vive da tempo una situazione di empasse per la composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione le colpe sono tutte ascrivibili all’inerzia della Regione Abruzzo e all’assessore Sclocco e non al comune di Chieti e alla persona designata che continua lecitamente a difendere il diritto di rappresentanza, di chiarezza e di principio”.
Questo il commento congiunto di Concezio TILLI, ex Presidente dell’Organismo Straordinario, e del consigliere regionale Mauro Febbo che sottolineano quanto segue: “rispediamo al mittente completamente le dichiarazioni rilasciate da qualche Organizzazione Sindacale in quanto proprio loro non possono dare lezioni di procedure amministrative e trasparenza poiché in passato qualche rappresentante ha svolto (e vorrebbe continuare a svolgere) attività all’interno dell’Istituto in maniera poco chiara senza capire i nobili fini sindacali. Sufficiente ricordare, ad esempio, – rimarca Tilli – la presentazione di alcuni esposti in Procura a difesa di specifici interessi finiti in malo modo e con i costi legali successivamente addebitati sul bilancio dell’Ente o come l’aver stimolato ripetuti ricorsi al giudice del lavoro per l’attribuzione di incarichi anch’essi conclusi in maniera infruttuosa e con spese legali da verificare da chi erano sostenute in quale modo rimborsate e se magari non sono configurati come danno erariale. Il Comune di Chieti, – sottolinea Febbo – per il tramite del suo rappresentante Maurizio COSTA, ha sempre partecipato alle riunioni dell’Assemblea dei portatori di interesse esercitando in maniera corretta e costruttiva le funzioni di rappresentanza compreso l’adempimento di designazione nella persona di Concezio TILLI che continuiamo a ritenere legittima e fondata. Infatti, visto che questa vicenda si protrae da svariati anni assumendo contorni a dir poco grotteschi, siamo in attesa del pronunciamento del ricorso presentato al Tribunale Amministrativo Regionale che si farà carico della vicenda con una sentenza definitiva. Si specifica – ricorda Tilli – come la mancata ratifica de sottoscritto, da parte della Giunta Regionale, quale rappresentante del Comune di Chieti rappresenta una prevaricazione politica smentita da leggi dello Stato, contrasta con altre nomine regionali, dove in casi simili si sono date interpretazioni diverse, osteggia la delibera dell’ANAC che riconosce le ragioni giuridiche della corretta designazione.
Pertanto – concludono Febbo e Tilli – se i sindacati intendono, legittimamente, lanciare l’allarme devono necessariamente partire da altri argomenti, accantonando momentaneamente le vicende giudiziarie. Non da ultimo stupisce, infine, la poca attenzione o i minimi accenni che i sindacati riservano alla complessa procedura della compartecipazione; auspicabile, invece, sarebbe ammettere che il sistema della compartecipazione, così come voluto da D’Alfonso nell’estate del 2014, è uno strumento che ha solo appesantito la burocrazia, coinvolto una miriade di Enti che sono al di fuori di tali dinamiche ricadendo sulle famiglie dei soggetti assistiti. Ci saremmo inoltre aspettati che qualcuno ponesse l’attenzione necessaria sulla reale situazione economica finanziaria dell’Istituto che rasenta il default e che mette a rischio malati e posti di lavoro. Questo mi sarei aspettato dai sindacati ossia quello quello che potrebbe accadere fra pochi mesi”.