San Vito Chietino. (ACRA) – Grandissima soddisfazione ma soprattutto piena condivisione riguardo quanto stabilito sia dalla Giunta che dal Consiglio del Comune di San Vito Chietino, apprezzata stazione balneare di poco superiore ai 5mila abitanti che fa parte dell’incantevole Costa dei Trabocchi. Con la decisione di essere portatori e protagonisti di un secco e perentorio no riguardo un progetto che avrebbe cementificato circa 14 ettari di territorio, l’esecutivo sanvitese ha dato prova di lungimiranza politica e ha mostrato con coraggio l’idea di guardare con convinzione a una prospettiva di sviluppo sostenibile e coerente con l’identità della propria terra. Giovani amministratori si sono fatti carico di una scelta tutt’altro che semplice da portare avanti, spinti dalla volontà univoca di offrire uno sviluppo integrato e sicuro alla comunità nella quale vivono”.
Sono queste le parole utilizzate dal consigliere Leandro Bracco nel commentare quanto di recente accaduto in una delle più amene realtà del nostro Abruzzo ossia quella di San Vito Chietino, realtà incastonata nella splendida Costa dei Trabocchi. San Vito Chietino la cui amministrazione si è messa definitivamente di traverso riguardo un progetto il cui fine era la realizzazione di un immenso resort. “Con Delibera di Consiglio 71/2018 e poi Delibera di Giunta 110/18 – afferma l’esponente di Sinistra Italiana – il Comune di San Vito Chietino ha deciso di non autorizzare la costruzione di un’opera davvero imponente e impressionante. Il progetto riguardava un enorme insediamento turistico. Ben 14 sarebbero stati gli ettari di territorio sanvitese di notevolissimo valore naturalistico interessati proprio da questa iniziativa di cementificazione. Rilevantissimo valore naturalistico derivante dalla contiguità geografica di questo territorio al SIC (Sito di interesse comunitario) ‘Fosso delle Farfalle'”. “Per dimensioni – prosegue Bracco – l’insediamento sarebbe stato equiparabile a una nuova cittadina. Una sorta di new town vacanziera. Un’opera mastodontica che di fatto avrebbe modificato sin dalla matrice un’amplissima porzione del Comune chietino. Di qui il dovere imprescindibile dell’attuale governo cittadino di verificare l’intero iter ereditato dalle precedenti amministrazioni. Proprio lo studio approfondito di documenti e norme ha consentito di constatare le molteplici criticità e incongruenze del progetto di cementificazione rendendo di fatto ineludibile il rigetto del progetto medesimo”.
“Va ricordato – rileva il Consigliere Segretario – che l’iniziativa era già stata severamente censurata dalle strutture tecniche della Provincia di Chieti, da diverse associazioni e in particolare da INVITALIA (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) che dopo una scrupolosa analisi del progetto aveva chiaramente definito economicamente insostenibile l’opera. Nello studiare la documentazione, al di là delle questioni meramente tecniche, la decisione non esprime soltanto un’idea di sviluppo rispettosa dei luoghi ma anche una convinzione di trasformazione sostenibile dei territori. Vi è inoltre un’evidente e approfondita valutazione dell’interesse pubblico. D’altra parte aver cura proprio dell’interesse pubblico vuol dire realmente domandarsi con coraggio quali siano gli esiti e le opportunità di tali trasformazioni, quali benefici per le popolazioni e per la sicurezza dei luoghi. Tutto questo non significare sacrificare l’iniziativa economica privata bensì fare in modo che questa, in una visione coerente di sviluppo sostenibile e promozione della ricchezza diffusa, si coniughi con gli interessi generali della collettività”. “La strada tracciata dagli amministratori di San Vito Chietino – sottolinea Bracco – è la migliore, la più prolifica ma soprattutto quella dentro cui è fortemente presente il concetto di prospettiva affinché in un futuro prossimo il doveroso sviluppo del territorio vada a braccetto con l’altrettanto doveroso rispetto che merita l’ambiente e le ricchezze inestimabili in esso contenute. Ne va del benessere e della qualità della vita – conclude Leandro Bracco – di chi verrà dopo di noi”. (Red)