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Nuova Pescara, De Martinis: “Provincia determinante per la fusione dei Comuni”

Pescara. La proposta avanzata dal centrodestra per rimandare la fusione di Spoltore, Pescara e Montesilvano al 2027 ha attirato molte polemiche, soprattutto da parte di chi ci vede dietro la “difesa della poltrona” di Ottavio De Martinis.

Il sindaco di Montesilvano, appena eletto presidente della Provincia, vedrebbe il suo mandato chiudersi precocemente qualora la Nuova Pescara nascesse, come previsto, nel 2023.

Ed è proprio lui, con una lunga nota che riportiamo integralmente, ad intervenire per dire che “La Provincia recita un ruolo determinante per la nascita della Nuova Pescara”.

LA NOTA DI DE MARTINIS

“Il progetto di fusione dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore con la nascita di una nuova città di 200mila abitanti avrà sicuramente effetti di varia natura sull’intero territorio provinciale. Per questo motivo ritengo assolutamente opportuno che l’ente Provincia reciti un importante ruolo nel processo di nascita della Nuova Pescara. A tal proposito, nei prossimi giorni, in veste di Presidente mi farò promotore di un incontro tra i tre sindaci per la costituzione di un tavolo di lavoro intercomunale allargato a figure professionali e universitarie capaci di imprimere una giusta ma soprattutto competente spinta al processo di fusione dettato dalla legge. Al contempo mi corre l’obbligo di precisare alcuni aspetti relativi alle recenti inopportune e fuorvianti dichiarazioni rese nelle ultime settimane da alcuni soggetti. Intanto nessuno dei tre sindaci ha mai posto in essere azioni volte ad ostacolare il processo di fusione. Vorrei ricordare a chi in questi giorni si è alternato sui giornali al fine di demonizzare una proposta di rinvio del termine fissato dalla legge regionale, richiamando peraltro in maniera davvero subdola fantomatici benefici di carattere personale, che negli ultimi anni nessuno si è sottratto per propria volontà alle proprie responsabilità. Qualcuno ha dimenticato in fretta quanto la pandemia mondiale abbia condizionato la nostra vita e quanto per lunghi mesi la politica tutta si sia dovuta adoperare al fine di prestare assistenza alle famiglie, tante delle quali segnate per sempre da lutti. Questo, e solo questo, ha rallentato un processo che, peraltro, per sua importanza e complessità, non deve essere tassativamente ricondotto a improbabili scadenze. Del resto anche il senatore D’Alfonso durante la sua ultima dichiarazione, attribuendo alla Provincia un ruolo strategico in ottica fusione, ha giustamente parlato di un adeguato inizio, questo sicuramente importante e non di un categorico termine di arrivo che, senza un opportuno e attento percorso potrebbe risultare nefasto piuttosto che benefico. Oltre questo, tante altre sono le cose da precisare prima tra tutte la questione legata al taglio dei costi della politica. Ebbene, diversamente da quanto dichiarato da molti, la creazione dei municipi, assolutamente opportuna, non comporterebbe risparmi milionari ma potrebbe addirittura generare costi aggiuntivi. Così come non è scontato che la gestione unificata, nel caso di taluni servizi, se non adeguatamente strutturata, porterebbe giovamento a tutti i territori comunali coinvolti. Territori che tengo a sottolineare meritano tutti pari dignità e pari prospettiva futura. C’è poi un’altra questione di cui tutti sono a conoscenza, ma che i sostenitori della fusione tendono a non evidenziare e cioè quella relativa al mancato trasferimento delle somme previste dalla legge approvata (300mila euro) che avrebbero di certo aiutato i tre comuni all’individuazione e all’incarico di soggetti esterni alla politica capaci di dare impulso al processo anche durante il sopra menzionato triste  periodo pandemico. Numerose sarebbero poi le questioni prettamente tecnico amministrative da esternare e sulle quali disquisire, ma non ritengo sia a colpi di articoli di giornale che si faccia il bene del territorio. Ritengo invece che proprio su queste si debba lavorare accuratamente nel prossimo futuro. Un futuro che mi auguro tutte le forze politiche che siedono tra i banchi del consiglio regionale non considerino più ed esclusivamente vincolato alle lancette dell’orologio ma che ripensino alla luce di un processo che se affrettato e poco ragionato, come dico da sempre, risulterebbe nefasto anziché benefico per il territorio tutto, con conseguenze negative per i cittadini e per il tessuto economico provinciale”.