Comune dell’Aquila, il monito di Cialente: ‘Dipendenti gentili o vadano a casa’

L’Aquila. O si risponde cortesemente o si può tornare a casa propria.

È questo l’ultimatum del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, che in una sua disposizione impone l’aut aut ai suoi dipendenti.

“Tutti, nessuno escluso, che rispondono al telefono dei loro uffici – si legge nel documento a firma del primo cittadino del capoluogo abruzzese – usino la formula ‘Pronto, buongiorno Comune dell’Aquila, sono Tizio e Caio’. Si tratta di una norma elementare di buona educazione e trasparenza”.

Le cose non cambiano se dall’altra parte della cornetta i dipendenti dovessero avere a che fare con cittadini esasperati. “Chiunque non dovesse riuscirci – ammonisce Cialente – può cambiare lavoro o mettersi in aspettativa”.

“Nel ricordare a tutti noi che i cittadini e gli utenti sono coloro per i quali lavoriamo e che pagano le nostre retribuzioni, si dispone che tutti i dipendenti, nessuno escluso, che rispondono al telefono dei loro uffici usino la formula ‘Pronto, Buongiorno Comune dell’Aquila, sono Tizio e Caio’. Si tratta di una norma elementare di buona educazione e trasparenza”, scrive il sindaco dell’Aquila nel documento indirizzato al Segretario generale, a tutti gli assessori, a tutti i dirigenti, agli amministratori unici delle Società partecipate, ai direttori delle Società Partecipate, alla stampa. “Raccomando inoltre di ricordare – scrive Cialente – che nei confronti dei cittadini, anche coloro che a volte sono esasperati (spesso a ragione anche un po’…aggressivi), si deve rispondere sempre e cortesemente. Chiunque non dovesse riuscirci può cambiare lavoro o mettersi in aspettativa. Gradirei ricevere copia della circolare che i dirigenti invieranno ai dipendenti con questa nuova regola. Invito i dirigenti, come da loro responsabilità, ad assumere eventuali provvedimenti disciplinari e il Segretario Generale a supervisionare”.

L’ultima goccia che ha fatto dire “basta” al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, alla scortesia di alcuni impiegati del Comune nei confronti dei cittadini, la lamentela di una signora straniera. Ma otto mesi fa al telefono a sentirsi liquidare in modo poco educato e con una frase in dialetto è stato lo stesso papà del sindaco. In quell’occasione aveva chiesto informazioni all’azienda servizi municipalizzati, sul servizio finalizzato a rimuovere con grandi contenitori l’ immondizia negli spazi pubblici dei condomini ristrutturati dai danni del sisma del 6 aprile 2009. La risposta è stata, in linea di massima, ‘se ji vo’, vettijì a pijà tu’ (‘se li vuoi vieniteli a prendere tu’), riferito ai contenitori. Due episodi che si sommano ai tanti che il sindaco dice di conoscere. “Sono almeno tre anni che ricevo segnalazioni”, afferma Cialente. “Stamane – dice il sindaco spiegando la decisione di emanare una disposizione sindacale richiamando alla cortesia e invitando in caso non si possano soddisfare i criteri di educazione a cambiare mestiere o chiedere l’aspettativa – una donna straniera è venuta a denunciare di essere stata trattata molto male. Allora ho deciso di dire basta. Infatti, è l’ ennesimo grave episodio che mi è stato segnalato nel corso dei mesi. Il primo di una lunga serie è accaduto a mio padre. Per fortuna che è mio padre, altrimenti un altro mi avrebbe gonfiato. Ora basta, tutti prendono lo stipendio, molti più alto del mio, o ci si attiene alla regola del rispetto, oppure si cambia mestiere”. Il primo cittadino rigetta il rilievo di provvedimento antisindacale. In caso di violazione della disposizione, a suo avviso, il dirigente deve fare un richiamo al dipendente “altrimenti dovrò sanzionare lui”. “Sia chiaro – puntualizza – non tutti i dipendenti sono così ma si rischia che una minoranza faccia l’immagine complessiva dell’Ente. Queste azioni, inoltre, bisogna capire che si fanno contro cittadini terremotati, già segnati dal dolore”.

 

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