Sembra incredibile, ma all’Aquila “un’intera generazione di bambini non ha mai messo piede in una scuola vera, di quelle con i muri di mattoni e i tetti rivestiti di tegole”, scrivono i bambini a Renzi. Sono infatti passati cinque anni dal drammatico terremoto che ha colpito la città e ancora oggi quasi 6.000 studenti, appartenenti a scuole di ogni ordine e grado, sono ancora costretti a seguire le lezioni dentro strutture provvisorie, i ‘MUSP’.
L’organizzazione internazionale ActionAid, che è presente sul territorio abruzzese, lavorando dal 2009 al fianco delle organizzazioni locali per ottenere trasparenza e partecipazione nella ricostruzione della città e del territorio, chiede ai cittadini italiani di firmare l’appello dei bambini aquilani. “All’Aquila ActionAid lavora da tempo per uscire dai ‘moduli di edilizia provvisoria’, accompagnando la comunità di genitori e insegnanti nella richiesta di responsabilità e azione da parte delle istituzioni locali e regionali – spiega Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid – Quello che ci preoccupa è la mancanza di un piano strategico per la ricostruzione della città e di conseguenza dei progetti esecutivi da parte del Comune che servirebbero per sbloccare i 37 milioni già stanziati dal Governo e disponibili presso l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila”.
I cittadini italiani possono far sentire la loro voce sottoscrivendo l’appello onlinewww.actionaid.it/matteofaiscuola per chiedere a Renzi di visitare le scuole dell’Aquila verificando di persona come procede la ricostruzione; di dare un segnale di attenzione da parte del Governo per facilitare il dialogo tra Comune e Ufficio per la Ricostruzione e sbloccare la situazione; di garantire una più ampia partecipazione dei cittadini al processo di ricostruzione, restituendo ai bambini della città le scuole e il loro futuro.
Attualmente sono 31 i MUSP (Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio) esistenti, sia nel comune dell’Aquila, che nei comuni del cratere: ActionAid ha denunciato in più occasioni come, dopo cinque anni, questi edifici mostrino tutti i problemi legati alla loro provvisorietà. “Per questo chiediamo a Matteo Renzi, scrivono i bambini nella lettera, che ha messo la scuola tra le priorità del suo Governo, di venire all’Aquila per trovare insieme una soluzione e iniziare così a ricostruire le scuole e il futuro degli studenti”.
“L’urgenza di un programma sull’edilizia scolastica fa riflettere sulla frammentazione delle competenze delle autorità locali e statali e sulle lunghe attese dettate dalla burocrazia, di cui gli studenti dell’Aquila pagano il prezzo sulla loro pelle – continua De Ponte – Dobbiamo riconoscere che la scuola è il centro del cambiamento e luogo di cittadinanza attiva. I nostri figli ci passano una giornata intera, una settimana: non è solo un edificio; è fatta di genitori, insegnanti e ragazzi, deve quindi e necessariamente, contribuire alla vita della propria comunità, del quartiere, del territorio. In quanto bene comune, non può essere di sola competenza di un Ministero, che sicuramente può e deve fare il possibile con interventi pratici, ma deve ricevere l’attenzione di un Governo, di un premier”.