Spoltore. Luciano Di Lorito sempre più determinato a impedire la fomrazione della città metropolitana: avviate le procedure legali per impugnare il decreto di indizione del referendum sulla Nuova Pescara
Il Sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito ha avviato le procedure per impugnare il decreto del Presidente della Giunta regionale con cui è stato indetto il referendum consultivo per l’istituzione del Comune “Nuova Pescara”, la città metropolitana formata dalla fusione con Pescara e Montesilvano. Dopo aver ricevuto il relativo parere da parte del legale Ugo Di Silvestre, il primo cittadino ha conferito incarico per proporre il ricorso innanzi al Tar dell’Aquila per l’annullamento del provvedimento datato 24 marzo 2014.
La consultazione referendaria sulla fusione di Spoltore, Montesilvano e Pescara in un’unica grande realtà dovrebbe svolgersi il 25 maggio, giorno in cui i cittadini sono chiamati anche a votare per il rinnovo delle cariche al Parlamento europeo, per i consigli regionali e, in alcuni casi, per le Amministrative. Il Sindaco Di Lorito ha espresso la propria contrarietà alla data fissata per il referendum fin da subito: il 3 marzo scorso, in una lettera indirizzata al Governatore Gianni Chiodi, ha chiesto il rinvio della consultazione.
Nel dettaglio, gli aspetti più rilevanti che rendono possibile l’impugnazione sono i seguenti: la mancanza di un quorum costitutivo per la validità del referendum; la mancata previsione, nell’ambito della procedura referendaria, di una formale espressione di volontà da parte dei singoli comuni interessati alla consultazione; la previsione della obbligatorietà da parte del nuovo Presidente della Giunta regionale di dare seguito alla procedura legislativa di fusione dei comuni, a prescindere dal numero effettivo degli elettori e della percentuale dei voti espressi in favore di tale fusione; l’espressione di un unico corpo elettorale, nonostante i comuni interessati abbiamo una popolazione numericamente differente. “Viene quindi meno”, afferma, “il concetto di ‘Autonomia dei comuni’, previsto dalla Costituzione”.
“Con questo atto”, conclude Di Lorito, “non si vuole mettere in discussione l’importante strumento democratico del referendum, ma evitare consultazioni che presentano presunti vizi di legittimità”.
“Strana idea di democrazia, quella che coltivano a Spoltore”, ribatte Carlo Costantini, presidente del Comitato Promotore per il Si al referendum del 25 maggio. “Se si imbattono in qualcuno che avanza una proposta che non condividono – prosegue – risolvono alla radice il problema, privando l’elettore della possibilità di esprimersi con il voto. Si rassegnino, però, perché questa volta a decidere saranno direttamente i cittadini, non i politici”.
“Nel merito – spiega ancora Costantini – pur non riuscendo ad immaginare quali violazioni di legge giustificherebbero un ricorso al Tar, mi permetto segnalare ai diretti interessati che i precedenti rinvenuti sono a loro sfavore, se non altro per la natura “consultiva” del referendum. Dunque, risparmino i soldi del ricorso e, se intendono davvero servire la loro comunità – conclude – utilizzino le risorse risparmiate per informarla e renderla il più possibile consapevole dell’importanza di questo appuntamento”.