Chieti. “I nostri timori sul futuro occupazionale dei dipendenti del Gruppo Villa Pini d’Abruzzo, ampiamente diffusi anche a mezzo stampa, erano ben lungi dall’essere infondati e nelle ultime ore, purtroppo, hanno assunto il contorno del dramma sociale”: così il segretario cittadino, Andrea Buracchio, e il capogruppo in Consiglio Comunale, Mario De Lio, commentano le notizie in arrivo dalla curatela fallimentare circa la procedura di mobilità per quasi 300 dipendenti.
Infatti, con un documento datato 6 dicembre scorso, il Curatore del “Fallimento Villa Pini srl”, avv. Giuseppina Ivone, ha attivato la Procedura di mobilità ex artt. 4 e 24 Legge 23.7.1991, nº 223 – per i dipendenti del Fallimento Villa Pini d’Abruzzo.
Ciò significa che la Curatela procederà alla “risoluzione dei rapporti del personale dipendente occupato nella sede di Via dei Frentani 228 a Chieti”.
“Le nostre preoccupazioni – proseguono Buracchio e De Lio – erano tutt’altro che peregrine e come Udc siamo ancora una volta convinti sempre più di stare vicini e soprattutto di dare voce a chi oggi rischia addirittura il posto di lavoro, mentre ieri subiva, nel silenzio generale, le conseguenze delle modalità di applicazione del verbale d’accordo del 7 settembre scorso, che nella fattiva attuazione ha posto in essere disparità di trattamento: nelle assunzioni – con l’effetto di riscontrare che la sorte del proprio posto di lavoro risultante nel fallimento dell’azienda Villa Pini era messo in discussione con chi era stato assunto successivamente, quindi una penalizzazione inevitabile per i dipendenti ‘storici’ con la possibile conseguenza della perdita dell’occupazione; nell’assegnazione dei part time e dei full time – con l’effetto di generare una differenziazione, persino economica (part-time) e di serenità (full-time), tra il personale della stessa categoria e delle varie aree, sfavorendone alcune in maniera selettiva (come la psico-riabilitazione), penalizzando il personale assegnato a quelle aree che per anni ha collaborato con abnegazione e professionalità; nell’ attribuzione dei livelli – con un danno economico immediato, visto che la variazione della posizione e qualifica ha comportato una diminuzione consistente dello stipendio con tutte le conseguenze, pur nel mantenimento delle mansioni già svolte; nell’applicazione del Ccnl – con l’effetto che articoli dello stesso non applicati hanno generato le diversità di trattamento con il risultato di una inadempienza. Con la decisione della curatela, sia i lavoratori di Villa Pini non rientranti nelle graduatorie per le assunzioni sia quei dipendenti che hanno sono stati assunti con contratto part-time dalla casa di cura ‘Santa Camilla’, proprietaria oggi della struttura, oggi si vedono inseriti nella lista di procedura per la mobilità. Quindi, ad una situazione lavorativa che era già difficile e mortificante per i dipendenti si aggiunge oggi una nuova avversità, rappresentata dalla richiesta di mobilità giustificata dalla Curatela Fallimentare con la motivazione della necessità improcrastinabile conseguente alla vendita del complesso aziendale. Nella stessa nota la curatela quantifica gli esuberi equivalenti a 298 unità, da inserire nella procedura di mobilità, in modo da favorire la loro rioccupazione anche attraverso le agevolazioni contributive concesse ai datori di lavoro: il che significa che circa 300 famiglie si trovano oggi senza più un futuro occupazionale certo. Il tutto in un momento nerissimo per le famiglie e i lavoratori, in cui si registrano pesanti tensioni occupazionali: un vero dramma sociale che per i lavoratori di Villa Pini dura da anni. La grave situazione del mondo del lavoro nella provincia di Chieti ha raggiunto, già da tempo, un pericoloso livello di guardia ed è acuita ancor di più in considerazione dell’incertezza sull’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga, ad oggi ancora senza risposte. È auspicabile, utile ed opportuno che il tavolo delle trattative aziendali sia più che mai proficuo al fine di trovare soluzioni che possano ragionevolmente superare il dramma e le incertezze dei lavoratori. Come Gruppo Udc ci attiveremo da subito ed in tutte le sedi competenti, ma riteniamo sia dovere di tutte le forze politiche ed istituzionali unirsi a noi per far sentire la propria voce affinché non si concretizzi questo ennesimo dramma che coinvolge l’intera città di Cheti”.