Provincia L’Aquila: dopo la bocciatura, il Senato dice si alla proroga dei precari

senatoL’Aquila. Il Senato ha approvato ieri un ordine  del giorno, proposto dalla senatrice del Pd Stefania Pezzopane e dal senatore Giorgio Pagliari, con il quale si impegna il governo “ad affrontare e risolvere le problematiche relative alla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009”.

Si tratta degli emendamenti bocciati ieri dalla Commissione Bilancio, relativi alla proroga e alla stabilizzazione dei precari della Provincia dell’Aquila, alla possibilità per il Comune di indire nuove procedure selettive, per i profili non previsti nell’ambito del concorso Ripam e delle procedure espropriative legate alla realizzazione delle opere pubbliche per accelerare il processo di ricostruzione.

“Nonostante l’amarezza per la bocciatura da parte della Commissione Bilancio dei tre emendamenti da me presentati, non ho mollato” ha commentato la Pezzopane. “Sono  riuscita a strappare un impegno dal governo, recuperando le questioni sul terreno politico. La partita dunque su questi tre importantissimi fronti non è chiusa. Continuerò a dare battaglia. Molto positiva l’approvazione dei commi 13 e 14 dell’articolo 4 del decreto legge, nel loro testo originario, che consentono la proroga dei contratti dei precari del Comune dell’Aquila fino al 2015. Un’opportunità che abbiamo rischiato di veder sfumare, per via di alcuni emendamenti che ne chiedevano l’abolizione, tra cui anche quello a firma della senatrice Blundo, che abbiamo provveduto a bocciare”.

Ed è proprio la senatrice del Movimento 5 Stelle, Enza Blundo, ad intervenire sulla questione. “La decisione di prorogare anche per il biennio 2014-2015 i contratti dei dipendenti a tempo determinato degli enti locali” commenta in una nota “da un lato garantisce continuità al faticoso processo di ricostruzione che sta vedendo la luce in questi ultimi mesi, dall’altro rappresenta l’ennesimo atto di ingiustizia nei confronti dei soggetti risultati idonei al Concorso Ripam, i quali avrebbero pieno diritto di accedere alla gestione delle procedure legate alla ricostruzione. Operando in tal modo, infatti, si commette il medesimo errore fatto, a suo tempo, con l’indizione di una procedura concorsuale nonostante vi fossero già in organico le professionalità necessarie a garantire il processo ricostruttivo. Le conseguenze di quella scelta sono ben note: oltre alla palese ingiustizia si aggiunge anche il forte rallentamento della macchina burocratica, a causa dei tempi necessari a formare il nuovo personale. Questo dimostra che le assunzioni vengono gestite in virtù di un mera convenienza politica, senza badare alle reali esigenze a cui si deve far fronte. La previsione della proroga contrasta con la finalità di razionalizzazione della spesa nel pubblico impiego sancita nel decreto. È pertanto lecito tale interrogativo: quali obiettivi di razionalizzazione della spesa si vogliono perseguire se, dopo aver investito ingenti cifre per il concorso Ripam, non si rispettano poi le graduatorie di un concorso pubblico, o se, ad esempio, si considerano improponibili (e quindi non si sottopongono neppure a votazione) gli emendamenti da noi proposti e volti invece a fissare almeno un tetto alle inattuali pensioni d’oro?”.

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