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Chieti, Consiglio Comunale su caso D’Agostino: i commenti di Di Primio, Giardinelli e Marrocco

Chieti. Questa mattina a Chieti si è tenuto un Consiglio Comunale avente per oggetto la mozione “Provvedimenti urgenti in tema di trasparenza sui criteri di assegnazione degli alloggi di edilizia popolare in relazione agli eventi giudiziari che hanno investito Assessorato alle Politiche per la Casa del Comune di Chieti”.

“Quest’oggi – ha detto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – in Consiglio Comunale, i pretestuosi e strumentali attacchi della minoranza di centrosinistra, che ha finito per parlare di tutto, meno che dell’argomento posto all’ordine del giorno, sono stati rispediti con forza al mittente dopo ore di inutile discussione. Ciò che ha contraddistinto i tanti interventi dell’opposizione è stata spesso la falsa indignazione che è poi la peggior forma di ipocrisia. Ho sempre detto che faccio il sindaco perché amo la mia città e non certo per carrierismo politico; sono serenissimo sul mio operato e so che è stato fatto tutto il necessario per fugare ogni dubbio sulla vicenda D’Agostino e dimostrazione è l’assoluta disponibilità dell’Amministrazione perché si accelerino i tempi per fare maggiore e ulteriore chiarezza e perché si zittiscano prima e per sempre i commenti di coloro i quali alludono a coinvolgimenti personali e della maggioranza che non ci sono. Ciò che mi sento di sottolineare ancora oggi e a distanza di un mese è la mia vicinanza alle donne che hanno denunciato gli accadimenti, porgendo loro, oltre che la personale solidarietà, anche le mie scuse per quanto avrebbero subito, che di fatto non sono dissonanti con la presunzione di innocenza fino al 3° di giudizio per D’Agostino. Dolore è ciò che sento nel mio animo, sofferenza per quanto accaduto, ma non è mia abitudine scappare davanti alle difficoltà ed è per questo che confermo che se solo avessi avuto una prova utile di quanto incriminato io non avrei esitato a denunciare. Come è noto, già dallo scorso 2 agosto ho predisposto verifiche più approfondite nell’Ufficio Politiche della Casa, ma al di là del fatto che tutti i fascicoli sono sempre stati a disposizione dei consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, e che il lavoro dei dipendenti è documentato, ribadisco con forza che non solo l’Amministrazione non ha nulla da nascondere, ma che ha le più vive intenzioni di approvare quanto prima l’istituzione della commissione speciale di indagine: prima verrà costituita, infatti, prima potranno cessare le voci di quanti vorrebbero un coinvolgimento dell’amministrazione”.

“Il sindaco Umberto Di Primio – hacommentato il consigliere di Scelta Civica, Alessandro Giaridnelli – ha dichiarato: ‘..sentirsi fare la morale da Giardinelli è quasi offensivo, lui più di tutti doveva sapere cosa facesse D’Agostino’. A questo proposito signor sindaco lei ha ragione: io avevo saputo che molte persone si erano lamentate perché l’assessore D’Agostino aveva fatto delle avance a donne che si erano recate presso il suo assessorato, e che alcuni erano venuti da lei, e che quindi lei era a conoscenza di tali fatti; per questo motivo fondamentale, e per altri motivi di natura politica ed amministrativa, ho posto la questione all’interno del mio partito, ma le mie richieste non sono state ascoltate e quindi ho preso la decisione di uscire dall’Udc e dalla maggioranza, per non essere confuso con condotte politiche e morali che non approvavo. Certo non potevo fare di più, al contrario suo, signor sindaco, che di fronte a tali notizie insistenti avrebbe dovuto almeno fare chiarezza con un’indagine interna agli uffici e comunque informare le autorità giudiziarie in modo da percorrere la via più trasparente possibile. Invece Lei ha preferito soprassedere a tali suoi obblighi e per questo motivo ha la responsabilità morale di ciò che sta accadendo e di ciò che verrà accertato dalle autorità competenti. Inoltre ritengo che i comportamenti di vostri politici sia livello nazionale e sia a livello locale non sono affatto testimonianza dei valori che difendono la famiglia ed il rispetto della donna; tali comportamenti suonano anche come un tradimento delle idee propugnate da sempre dalla Destra, la cosidetta vostra parte politica; pertanto credo che voi non possiate neanche più chiamarvi politici di Destra, perché a voi non appartiene più nessuna idea e nessun ideale. Per questo sindaco le chiedo di dimettersi e di sollevare la città d Chieti dal suo peso. Potrebbe sembrare che l’episodio dell’arresto dell’assessore Ivo D’Agostino sia legato solo ad un fatto personale di natura penale che non abbia niente a che fare con la politica. Io credo che così non sia. Tale accaduto si inserisce in un ambito politico ben definito. Il sindaco Umberto Di Primio nella campagna elettorale aveva parlato del cambiamento di una mentalità amministrativa e politica, aveva coniato lo slogan ‘Di Più’, aveva promesso la trasformazione ed il miglioramento di tutto ciò che apparteneva all’insuccesso della vecchia amministrazione. Ed invece il sindaco Di Primio fin dalla formazione della sua amministrazione, attraverso le nomine degli assessori, dei presidenti della Chieti Solidale, della Teate Servizi e dell’amministrazione dell’Ente Teatrale ha badato solo ad occupare i posti di potere per la gestione del potere; testimonianza palese è l’aver trattenuto per se la gestione dell’Assessorato all’Urbanistica, nodo fondamentale per la politica cittadina. E così è accaduto che questa città a tutt’oggi non ha un piano urbanistico di sviluppo, ma si procede a tentoni secondo l’esigenze del momento e degli interessi politici di parte, è accaduto che dopo tre anni ci si è accorti che non è stato fatto niente per l’organizzazione della protezione civile e per proteggere la città in caso di catastrofi o emergenze, è accaduto che non si è riusciti completare la Cardiochirurgia  all’Ospedale di Chieti, realizzando un polo di eccellenza sanitaria per la nostra città, è accaduto che non si è riusciti a fermare la speculazione del progetto InTe e non sono stati recuperati i posti di lavoro della Burgo, è accaduto che non si è riusciti a fare un nuovo parcheggio per il centro storico , né si è risolto il gravoso problema traffico intorno all’Ospedale di Colle dell’Ara, è accaduto  che non si è proposto nulla di nuovo per far rivivere il centro storico ma ci si è affidati solo a manifestazioni già presenti, è accaduto che non si è riusciti a stabilire con l’Università un colloquio programmatico che favorisse la città, è accaduto che non si è riusciti a definire cosa deve fare la Teate Servizi, e si continuano a fare errori sulla richiesta dei tributi comunali, è accaduto che ci sono continui problemi con l’erogazione dei fondi per i disabili da parte della Chieti Solidale, che però nel frattempo ha visto l’assunzione senza concorso della figlia della Direttrice, etc..etc.ect.., e per fortuna che questa amministrazione ha svolto il 70% del programma, perché se avesse realizzato il programma intero, come era nella mente del Sindaco, sarebbe stata la fine della città. In questo ambito si inserisce la vicenda D’Agostino; Ivo D’Agostino è stato nominato nel suo Assessorato solo per i suoi 470 voti che sarebbero stati utili in futuro al sindaco Di Primio nelle prossime elezioni; è stato dato il mandato all’assessore al fine di gestire il potere, e non per migliorare un sistema d’assegnazione che da anni fa acqua da tutte le parti ma  in questo modo protegge la discrezionalità di assegnazione delle case da parte di funzionari ed assessore. Ci si è accorti che manca un regolamento per le assegnazioni delle case sotto lo standard abitativo ma mai nessuno dell’amministrazione, sindaco o assessori, ha pensato che fosse necessario tale regolamento; infatti creando un regolamento si sarebbe cancellata la possibilità di dare la casa o non dare la casa a chi si riteneva, e si sarebbe cancellata la discrezionalità dei funzionari e dell’assessore che è il vero tesoro di questo assessorato. Così all’assessore è stata data non solo la delega, ma è stato dato il senso dell’onnipotenza, il senso della discrezionalità assoluta, il senso dell’impunibilità, l’indicazione che la politica non debba essere assolta come servizio alla società ma come gestione del potere e di interessi. Per questo l’amministrazione Di Primio è moralmente e politicamente responsabile di ciò che sta accadendo, delle vicende giudiziarie e del fallimento politico della sua amministrazione ed è per questo che chiedo al sindaco di dimettersi e di sollevare la città di Chieti dal suo peso”.

“L’amministrazione comunale – ha affermato il consigliere Dario Marrocco – poichè non ha nulla da nascondere né da temere dalle vicende giudiziarie seguite all’arresto di un ex Assessore, ritiene prioritario accertare, in tempi rapidissimi, la regolarità e la correttezza dell’attività amministrativa relative alle diverse procedure di assegnazione di alloggi di edilizia popolare, nonché delle istruttorie ad esse collegate. La maggioranza di centrodestra che sostiene questa amministrazione comunale, nel corso dell’odierno Consiglio Comunale Straordinario, aveva proposto all’Opposizione di centrosinistra, proprio per ragioni di celerità e di trasparenza, di votare un Ordine del Giorno mirato a potenziare il potere di indagine della Commissione di Controllo e Garanzia, già al lavoro sull’argomento, e presieduta, per Statuto Comunale, proprio da un rappresentante della minoranza. La maggioranza, poiché l’opposizione di centrosinistra, sulla scorta di motivi più formali che sostanziali, invece, ha ritenuto di non aderire alla proposta formulata dal centrodestra, su un preciso suggerimento proposto in Aula dal sindaco Di Primio, ha espresso il suo voto favorevole alla mozione presentata dalla minoranza, così dimostrando anche con i fatti che non vi è alcunché che questa maggioranza intenda occultare e che, in ogni caso, è sua priorità accertare i fatti nel massimo della trasparenza possibile”.