“In risposta a quanto sostenuto dal consigliere comunale Riccardo di Gregorio – ha dichiarato il consigliere Costantini – sottolineo che il mio voto contrario al suo ordine del giorno nasce da motivazioni tecniche e non per mantenere il mio status da consigliere. Difatti, in passato, la nomina degli scrutatori avveniva tramite sorteggio casuale al computer (legge 25/1989), mentre attualmente la chiamata è diretta e nominativa, ovvero non casuale (legge 270/2005). La riforma segna un ritorno al sistema in vigore dal 1948 al 1992, che prevedeva una ripartizione degli scrutatori proporzionale ai voti dei partiti nella precedente elezione. Pertanto, un ordine del giorno come quello proposto dal Di Gregorio non doveva essere portato in Consiglio Comunale perché contrario ad una legge nazionale. Quando una norma di rango inferiore confligge con una di rango superiore, è soggetta ad annullamento ovvero a disapplicazione da parte del giudice ordinario. L’abrogazione di questa legge non è di competenza del Consiglio Comunale di Chieti e ritengo che l’ordine del giorno sia stato proposto dal consigliere di minoranza per denigrare l’attuale governo cittadino composto da una Maggioranza di centro destra e per assicurarsi il consenso della cittadinanza. Per tali motivi, suggerisco a Riccardo di Gregorio di rivolgersi o al presidente della Repubblica per richiedere l’incostituzionalità della legge sopra esposta, oppure di sollecitare il futuro presidente del Consiglio dei Ministri affinché venga attuata una nuova norma”.
“Il capogruppo Riccardo Di Gregorio – ha dichiarato il consigliere Vitale – come al solito guarda alla pagliuzza e non alla trave. Il ruolo della politica dovrebbe essere ispirato ad un codice etico che può essere perseguito attraverso piccole scelte opportune come quelle relative, appunto, alla nomina degli scrutatori per la competizione elettorale. Ma che la polemica su questo argomento venga sollevata da un esponente di quella sinistra che dell’occupazione sistematica dei posti ne ha fatto una scienza esatta è veramente esilarante. Il Di Gregorio, oggi paladino di gran croce che brandisce il vessillo del populismo più becero lanciando strali a destra e manca avverso le nomine degli scrutatori, ieri, quando sempre come consigliere sedeva nei banchi della maggioranza, non si è fatto venire alcun rigurgito di dignità per l’occupazione pressoché totale da parte dei compagni della nascente Teateservizi. Teateservizi che solo oggi, grazie al buon governo di centrodestra, va via via assumendo la connotazione di società vera e funzionale e non quel baraccone che abbiamo ereditato nel 2010. Ovviamente, di questo Di Gregorio tace, sapendo che non conviene né a lui né alla sua parte politica ricordare quella orrida pagina della storia politica teatina. Infine, aggiungo che mi spiace che molti consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, si siano dati alla macchia astenendosi oppure abbandonando l’Aula subito prima della discussione dell’ordine del giorno presentato dal Di Gregorio perché, a mio avviso, avrebbero fatto meglio ad esprimere alla luce del sole il proprio voto senza vergognarsene”.