Atessa. “Dalla lettura della Delibera di Giunta numero 15 del 17 gennaio emerge chiaramente che siamo di fronte ad un mero atto di propaganda politica messo in scena dal Governo D’Alfonso. Noi di Forza Italia, da sempre favorevoli al potenziamento del presidio ospedaliero di Atessa, vogliamo e pretendiamo di vedere atti, documenti e passaggi tecnici certi e certificati dal Piano sanitario regionale che non si possono ridurre a sveltine per gettare fumo negli occhi degli elettori a ridosso di una campagna elettorale importante”.
Questa la presa di posizione espressa dall’Onorevole di Forza Italia Fabrizio Di Stefano, dal Consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo, dai Gruppi consiliari ‘LiberAtessa’ e ‘Progetto Atessa’ del Comune di Atessa e dal coordinatore cittadino di Forza Italia Atessa Gilberto Testa, durante la conferenza stampa odierna. “Sono evidenti e palesi – sottolinea Febbo – le lacune tecniche e amministrative che emergono dal documento approvato in fretta e in furia dal presidente D’Alfonso. Innanzitutto, una delibera non può scavalcare le indicazioni inserite nel Decreto commissariale. La giunta regionale dovrebbe spiegare come viene calata questo provvedimento in favore dell’ospedale di Atessa all’interno del Decreto 79 o come viene riprogrammata l’area disagiata all’interno dell’atto aziendale dell’Asl Lanciano-Vasto-Chieti. Questi sono passaggi fondamentali sopratutto alla luce delle valutazioni e delle richieste che provengono dal Tavolo di Monitoraggio attraverso il quale il Ministero verifica continuamente la situazione della sanità abruzzese. Una sanità dove i bilanci delle quattro ASL registrano conti in rosso e quindi vorremmo capire dove prendono le risorse per l’area disagiata”. “Ma leggendo attentamente il documento allegato alla DGR 15 – spiega Febbo – si attribuiscono 20 posti letto di Medicina e 5 posti letto di Chirurgia (day-Surgery) ma non si specifica a quale Ospedale della provincia vengono tolti. Si attribuiscono, per l’assistenza di questi posti letto, 1 UOSD (Unità Operativa Semplice Dipartimentale) e 3 UOS (Unità Operativa Semplice), ma la Regione che fa suo il documento tecnico non specifica a quali Ospedali vengono tolti rispetto a quelli previsti nell’Atto Aziendale deliberato a novembre 2017. Nel documento tecnico si evidenzia che c’è invarianza di spesa tra i costi dell’Ospedale di Zona Disagiata e i costi dei posti letto di Area territoriale, ma la Regione non specifica dove vengono programmatoriamente collocati i 100 posti letto che scompaiono ( 20 di Riabilitazione Estensiva, 40 di Residenza Assistita, 20 Residenza Sanitaria Assistita, 20 di Ospedale di Comunità)”.
“Quindi – sottolinea l’On. Di Stefano – è del tutto evidente come la Regione ha avuto fretta di approvare una delibera di integrazione e programmazione sanitaria così debole tecnicamente da fare in modo che, al passaggio obbligato dei vari Ministeri, venga bocciata per poi darne la colpa alla parte politica diversa dalla loro che uscirà tra un mese dalle urne. Inoltre – continua Di Stefano – dalla lettura della DGR 18 del 17 gennaio si evince palesemente che l’atto è stato approvato solo da due assessori presenti con l’astensione dell’assessore Di Matteo. Infatti, Di Matteo, medico, conosce molto bene la prassi le regole ed è ben consapevole di come quest’atto approvato per Atessa non potrà essere realizzato perché in contrasto con il Piano sanitario regionale; inoltre come giustificare la scelta solo di Atessa rispetto alle altre aree svantaggiate e montane. Come mai l’assessore Paolucci era assente all’approvazione della DGR visto che era il proponente? Pertanto – conclude Di Stefano – siamo di fronte ad un documento vuoto, ad un imbroglio elettorale che nasconde l’intento di scaricare le responsabilità al prossimo governo nazionale poiché il Tavolo di monitoraggio non approverà mai questa DGR così come composta”.
“Negli anni in cui eravamo alla guida della città di Atessa – sottolineano Cicchitti, Pellegrini e Testa – D’Alfonso, Paolucci e Olivieri non si sono mai preoccupati dell’ospedale di Atessa e adesso magicamente tirano fuori una soluzione difficile da realizzare. Noi vogliamo il potenziamento qualitativo e quantitativo del San Camillo ma pretendiamo che sia realizzato con i criteri giusti e passaggi amministrativi concreti”.