Strappo nell’Udc: la direzione provinciale di Chieti non parteciperà alla campagna elettorale

casiniChieti. Il comitato e la direzione provinciale dell’Udc Chieti non parteciperanno alla campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Il motivo? La mancata candidatura di rappresentanti “autentica espressione del territorio”, come il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio e il consigliere regionale Antonio Menna.

“Ci sentiamo in dovere di difendere l’onore della classe dirigente regionale del partito” si legge in una nota “che si contraddistingue per coerenza, dirittura morale, capacita’ amministrativa, attaccamento al territorio e al partito e rifiuto di qualsiasi forma di clientelismo. Per la composizione delle liste nella circoscrizione abruzzese in vista delle prossime elezioni politiche sono state incredibilmente eluse le chiare e sacrosante indicazioni dei Comitati e delle Direzioni provinciali abruzzesi, senza quindi una concreta condivisione delle scelte: si chiedevano candidati che fossero autentica espressione del territorio con un impegno attivo all’interno del partito, mentre sono stati privilegiati personaggi che nulla hanno a che vedere con la linea politica adottata dall’Udc sia a livello regionale che nazionale. La provincia di Chieti rappresenta il bacino elettorale tradizionalmente più consistente per l’Udc a livello regionale, specie negli ultimi anni; è questa inoltre la provincia economicamente più rilevante dell’intero Abruzzo, oltre ad essere la più popolata. La scelta di dimostrarsi totalmente sordi alla ‘base’ abruzzese del partito denota un disarmante disinteresse verso questo territorio e la sua gente, che dovrebbero essere i veri soggetti da tutelare in Parlamento, senza personalismi e interessi di qualsiasi natura”.

E nella nota viene confermata, quindi, l’autosospensione da tutte le cariche all’interno dell’Udc a livello locale, provinciale e regionale.

“L’Abruzzo e in particolare la provincia di Chieti subiscono un’ennesima ingiustizia che mortifica il territorio e umilia chi da anni è impegnato attivamente per sostenere i valori e i principi dell’Udc” si legge ancora. “Una brutta ferita, stavolta difficilmente sanabile. La decisione presa dai vertici nazionali del partito fa pensare a un patto di desistenza, una strategia per indebolire l’Udc e la sua struttura organizzativa locale, che peraltro si è sempre attenuta alle direttive imposte dagli organi nazionali dimostrando puntualmente una fedeltà raramente riscontrabile”.

 

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