Lo ha ribadito questa mattina a Pescara il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso, aggiungendo che forse già prima della fine dell’anno incontrerà il premier Paolo Gentiloni per discutere della vicenda.
“Anche in caso di scioglimento delle Camere – ha spiegato il presidente – il Governo continuerà a lavorare e siamo pronti ad andare fino in fondo, così come è accaduto per Ombrina. Dalla nostra, infatti, abbiamo argomenti rilevanti e resistenti a qualunque controdeduzione, a partire dalla inutilizzabilità di gran parte del suolo su cui andrebbero a insistere sia la centrale, sia il metanodotto”.
D’Alfonso ha sottolineato come alla determinazione del Consiglio dei Ministri, si sia arrivati proprio a causa dei ripetuti dinieghi arrivati dalla Regione nel corso del tempo.
“Di qui – ha proseguito – l’intervento del potere sostitutivo del Governo, contro cui proseguiremo la nostra azione di contrasto. Anche perché lo Stato non può investire ingenti risorse per tutelare il patrimonio artistico di Sulmona (il riferimento è al progetto da 12 milioni di euro per la Badia Celestiniana) e contemporaneamente sostenere un progetto che ne devasta il territorio”.