Tuttavia, a fronte di questi aspetti positivi, vi sono anche gravi criticità della gestione finanziaria della sede, dovute, secondo una nota dell’Istituto, “al mancato rispetto degli accordi contrattuali assunti dalla Regione Abruzzo e dalla Provincia dell’Aquila che, insieme al Comune e al Ministero per i beni e le attività culturali, si sono fatti carico di sostenere finanziariamente la sede distaccata”.
Nello specifico, si legge ancora nella nota, dalla data di apertura della sede ad oggi, “Regione e Provincia non hanno versato alcun contributo rispetto al dovuto (600mila euro la prima e 50mila la seconda), mentre Mibac e Comune hanno provveduto per quanto di loro competenza. Tale situazione, anche alla luce della norma contenuta nello statuto del Centro Sperimentale di Cinematografia che non consente di destinare risorse finanziarie statali al funzionamento delle sedi regionali, comporterà, in assenza di una tempestiva erogazione del contributo, la sospensione delle attività e la conseguente chiusura della sede a partire dal prossimo 31 dicembre. Una decisione sofferta, non solo per l’evidente danno di immagine che essa comporta, ma soprattutto perché vanifica l’importante lavoro sin qui svolto e l’impegno profuso da parte dei docenti e degli allievi che hanno affrontato il primo anno di attività con grande entusiasmo e partecipazione. L’auspicio è che la Regione Abruzzo e la Provincia dell’Aquila provvedano tempestivamente ad adempiere agli obblighi assunti, ponendo rimedio ad una situazione di grave disagio anche per la città dell’Aquila, nel momento in cui avanza la propria candidatura come capitale europea della cultura nel 2019”.
Inizia dunque il conto alla rovescia: il Centro, fonte di prestigio per l’intera regione, ha le ore contate. E non è certo la trama di un film drammatico.