“Sono preoccupato anche dalle considerazioni che le associazioni ambientaliste hanno fatto in questi giorni”. Il Wwf, sostenuto da altre associazioni (tra le quali Legambiente, Cna, Confcommercio) ha evidenziato i pericoli che comporterebbe cementificare “ancora ed in maniera consistente – come scrive l’avvocato Francesco Paolo Febbo nel ricorso presentato al Tar – un’area già fortemente compromessa da imponenti costruzioni” soprattutto per “il rischio esondazione che, nell’eventualità si verificasse, procurerebbe danni catastrofici ed incalcolabili, agevolmente immaginabili”
“Negli ultimi anni i fenomeni alluvionali si stanno intensificando per frequenza e dimensione”, precisa il sindaco Di Lorito, “le opere realizzate a tutela della la zona commerciale di Megalò, infatti, impongono un’accelerazione al percorso del fiume e lo rendono più pericoloso quando arriva a valle, nella provincia di Pescara, anche perché riesce a trascinare con sé una quantità maggiore di detriti e materiali. Megalò è nato su una zona di esondazione naturale, lì c’era una specie di palude, e quindi è chiaro che la sua presenza aumenta la quantità di acqua e la sua velocità nella parte successiva del percorso fluviale”.
Se guardando al passato, dopo l’alluvione del 1992, non ci sono stati altri episodi di rilievo, “dal 2012 in poi il fiume Pescara esonda ogni anno una o più volte”, ricorda il sindaco “e l’unico caso, lungo il suo percorso, dove mette a rischio le abitazioni è sul territorio di Spoltore”. Il riferimento è alle palazzine di via Arno, via Mincio e via Livenza. “E’ per questo indispensabile che la Regione preveda dei lavori di messa in sicurezza a tutela di circa 300 persone che, almeno una volta all’anno, sono costrette a lasciare le loro case.” Una situazione intollerabile”, conclude Di Lorito, “che credo sia nell’interesse di tutti scongiurare definitivamente”.