“Ho avuto notizia – scive D’Amico nella lettera – che lei ha formulato una nota ufficiale a tutti i 104 sindaci della nostra provincia per invitarli a sostenere convintamente le ragioni che sono a monte della vostra battaglia; trovo la sua iniziativa condivisibile ed intelligente perché solo dal forte e convinto sostegno del territorio potrà venire la forza necessaria per vincere questa battaglia basato sul giusto principio che Chieti, essendo provincia non soggetta a riordino, non si trovi costretta a cedere la sovranità amministrativa di capoluogo nel caso di forzato accorpamento a Pescara. Sono certo che tutto però vada sostenuto attraverso azioni concrete perché il territorio se, sinora ha vissuto questa vicenda con freddezza e distacco facendo mancare il necessario sostegno politico ed istituzionale, lo è stato perché la vicenda ha interessato solo le città di Chieti e Pescara i cui amministratori hanno messo in campo un derby non proprio elegante e molto lontano dagli interessi generali dei cittadini. A questo poi si aggiunge la scarsa percezione che c’è tra la gente di “questa” amministrazione provinciale che ha completamente abbandonato al proprio destino il territorio facendo venir meno il concetto di ‘utilità’ ”.
Nella lettera D’Amico chiede: “di dar vita ad un tavolo interistituzionale con la presenza anche di organizzazioni datoriali, sindacali e portatori d’interesse perché il processo di riordino e di riallocazione degli uffici della pubblica amministrazione trovi coinvolto ed interessato l’intero territorio provinciale. A tal riguardo, giova ricordare, le grida di aiuto e di dolore dei sindaci di Lanciano e Vasto, Mario Pupillo e Luciano Lapenna, che hanno lamentato la dimenticanza e l’abbandono delle loro realtà e dei comprensori contigui circa l’inarrestabile chiusura di uffici e servizi pubblici con aggravio di costi e disagi per i cittadini. Il processo va non solo arrestato ma invertito in tempi solerti. La difesa di Chieti capoluogo provincia passa soprattutto attraverso la seria riconsiderazione del processo in atto. Il gruppo consiliare che ho l’onore di presiedere condivide in toto la natura di questa mia istanza e, ogni suo componente, è a disposizione per farsi parte attiva per assecondarLa ed aiutarLa in questo nobile
di condivisibile obiettivo”.