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Casini a Pescara lancia Monti-bis contro Vendola e Grillo

Pescara. “Oggi gli elettori vengono chiamati alle urne, è importantissimo ascoltare il popolo e sarà il popolo a spiegare se il lavoro di Monti va nella direzione giusta o invece c’è da tornare ad affidarsi alle ricette demagogiche del passato dell’estrema destra o dell’estrema sinistra”. Lo ha detto ieri pomeriggio a Pescara, a margine di un incontro pubblico, il leader dell’Udc Pierferdinando Casini.

All’evento presenti anche il vice presidente vicario del consiglio regionale d’Abruzzo, Giorgio De Matteis, l’assessore Paolo Gatti e il consigliere Nicoletta Verì. “Io sono un democratico – ha aggiunto – e credo che sia la gente a dover decidere. La gente ha visto in azione il governo di Berlusconi e ha visto in azione gli altri governi e oggi può decidere. Io penso che il governo Monti e i sacrifici che gli italiani hanno fatto, e vanno ringraziati per questo, hanno evitato che noi fossimo nelle deriva greca, e la deriva greca – ha concluso – avrebbe significato non pagare gli stipendi pubblici. Non ci sono alternative al lavoro politico di Monti, non ci sono alternative ad una fase di responsabilità nazionale, non c’e’ alternativa a quello che noi abbiamo prodotto in Parlamento, cioè un passo indietro della politica per dar vita ad un governo di responsabilità nazionale”.  Poi la stoccata al leader di Sel, Nichi Vendola: “Se c’e’ chi ritiene che si possa intraprendere la vecchia strada e che di Monti non c’e’ più bisogno io lo invidio – ha precisato Casini – Invidio la sicurezza di chi dice che di Monti non c’è più bisogno. Io penso che c’è più bisogno di Monti che di Vendola, nel futuro dell’Italia, ma sono un democratico e se gli italiani diranno che c’è più bisogno di Vendola che di Monti, ne prenderemo atto tutti e Dio ce la mandi buona”. In riferimento al fatto che Mario Monti con è candidabile, come ha detto il capo dello Stato, il leader Udc ha spiegato che non vuole “scendere in questi dettagli e in queste polemiche”, ma ci tiene ad evidenziare che “c’è uno spirito, una metodologia diversa, di affrontare le vicende dell’Italia che questo governo ha inaugurato con il suo presidente del Consiglio” E prima di chiudere il discorso ha paragonato la Lega a Grillo: “stiamo attenti, che con le suggestioni questo Paese andrà fuori strada. Quando io sento quello che c’è dietro gli slogan ad esempio del movimento di Grillo, non posso non pensare a chi agitava il cappio in Parlamento. Poi sappiamo come è andata a finire. Sono passati venti anni – ha ricordato Casini – da quando i leghisti sventolavano il cappio in Parlamento e oggi mi sembra che ci sia una tragica consequenzialità tra quel cappio sventolato e la vendetta che Grillo propone di fare sulla politica. Però dobbiamo fare una riflessione: se la politica ha questo tasso di impopolarità, se la gente non va a votare, e se Grillo prende i voti non perché è bravo lui ma contro la politica, noi non possiamo pensare che ci sia una sorta di persecuzione contro di noi. Noi dobbiamo farci carico di una mancanza di risposte e delle colpe che ha la politica. E’ questo – ha concluso – l’esame di coscienza da fare”.