Le precisazioni sono del presidente dell’consiglio comunale di Cepagatti, Dante Luca Ciuffi, del vicesindaco Domenico Di Meo, dell’assessore ai Lavori Pubblici Leandro Verzulli e dei consiglieri Manuela Di Girolamo, Maria Michelina Mili e Gianni Tatilli, che rispondono alle accuse lanciate dall’opposizione in merito alla paventata volontà dell’Amministrazione Comunale di non voler ampliare l’area adibita a verde pubblico situata nel centro cittadino e di aver abbandonato, per non votare, la riunione di consiglio in cui si discuteva dell’argomento.
“L’area adibita a parco pubblico nel centro cittadino, porta il nome di colui che l’ha donata, l’ingegner Domenico Santuccione, che nell’atto di donazione definì le clausole che, in caso di inadempienza da parte dell’ente comunale, ne avrebbero determinato la decadenza – spiegano i consiglieri – Gli eredi, ritenendo il Comune inadempiente, hanno rivendicato la proprietà dell’area. Dopo anni di cause e controversie, con soccombenza dell’Amministrazione Comunale, nel 2011 si è finalmente raggiunto un accordo con il quale gli eredi cedevano al Comune l’area già adibita a parco pubblico comunale della superficie di circa 7mila mq e il Comune, a sua volta, si impegnava a rendere edificabile il restante terreno di circa 15mila mq. La Giunta Rapattoni, subentrata nel 2013, ha predisposto sui terreni ceduti un ‘Progetto per la sistemazione del Parco Santuccione’ stanziando un importo di 464mila euro, lavori già appaltati e prossimi ad iniziare”.
“Oggi, a distanza di anni, il consigliere Gino Cantò, assessore al Bilancio nella precedente Amministrazione”, proseguono i membri della maggioranza, “propone di acquistare la restante parte del terreno, area che con l’accordo fatto da lui stesso nel 2011, è stata resa edificabile facendone aumentare il valore da 20 euro al metro quadro (terreno non edificabile) a 200 euro come terreno edificabile. Acquisto che, sempre secondo Cantò, andrebbe fatto con il ristoro ambientale di Terna, circa 900mila euro e che andrebbe ad ampliare il parco pubblico”.
Secondo i consiglieri di maggioranza, pertanto, “la polemica attuale è assolutamente strumentale e infondata visto che lo stesso Cantò non avanzò la proposta di acquistare una superficie più ampia del terreno nella fase di accordo con gli eredi Santuccione. Acquisto che sarebbe stato molto più logico ed economico fare prima che diventasse edificabile”.
In merito all’abbandono della seduta del Consiglio Comunale del 9 novembre scorso, i consiglieri precisano che “la proposta di acquisizione dell’area presentata dalla minoranza era illegittima e inesatta, in quanto non rispettava il Regolamento Comunale. Il documento era privo del parere legale e finanziario e, già nei giorni precedenti, il presidente del Consiglio e il vicesindaco, in sede di riunione dei capigruppo, avevano fatto presente che non sarebbero stati accettati argomenti non all’ordine del giorno. La minoranza, in maniera scorretta e incurante del regolamento – sottolineano – ha portato ugualmente in consiglio comunale la proposta. Di conseguenza i consiglieri di maggioranza hanno ritenuto doveroso uscire dall’aula. Al consigliere Gino Cantò facciamo presente che comunque, dopo l’uscita dei 6 consiglieri, permaneva il numero legale per una votazione. Infatti il Consiglio Comunale – concludono – è composto da 16 consiglieri più il sindaco; pertanto sui 17 aventi diritto di voto, sottraendo i 6 consiglieri, ne restavano 11 aventi diritto di voto, numero sufficiente per una votazione. Evidentemente nessun consigliere comunale si è sentito di votare un documento illegittimo”.