“Abbiamo fatto questa azione – ha detto Di Primio – ho contattato il senatore Gasparri, gli ho esposto le mie richieste, poco dopo sono stato contattato dal ministro Patroni Griffi che ha ascoltato le mie richieste. Dopo qualche minuto abbiamo avuto un appuntamento telefonico, Patroni Griffi mi ha invitato a desistere dalla mia manifestazione. Gli ho proposte le tre Province (L’Aquila, Chieti e Pescara-Teramo). Ho trovato un ministro che non fa politica, è stato puntuale, si è mostrato disponibile ad ascoltarmi sentendo tutto quello che gli ho detto. Al ministro Patroni Griffi gli ho detto che l’Abruzzo può contare tre Province perché Chieti deve rimanere Provincia e lo può fare perché, lo hanno detto loro, ha i requisiti, anche se comunque è soggetta a riordino. Lui mi aveva fatto l’esempio di Avellino e Benevento ma io gli avevo fatto notare che sono due situazioni simili ma non uguali perché in Campania c’è solo Avellino che non ha i requisiti, invece in Abruzzo a non avere i requisiti sono due Province (Pescara e Teramo) e in Campania, contrariamente a noi, non rischia di saltare una Provincia. Ho detto al ministro che così come ho fatto delle manifestazioni pubbliche per la Sixty e la Burgo, adesso le sto facendo per gli uffici pubblici che, se vengono a mancare, si verrebbe a creare un grosso buco occupazionale. Il mio appello da sindaco è ‘non distruggetemi la città’ che rischia di avere un centro storico fantasma. Nella tricotomia Chieti-Lanciano-Vasto si regge tutta la provincia, questo i sindaci di Lanciano e Vasto non lo hanno capito. Se Chieti si accorpa a Pescara, Lanciano e Vasto diventerebbero la periferia di Pescara-Chieti. Sono soddisfatto perché, anche se non posso cantare vittoria per il risultato, oltre alla proposta delle due Province, abbiamo fatto arrivare al ministro la proposta delle tre Province. Non mi sento solo perché sento la vicinanza delle tante persone che mi hanno appoggiato, tra cui c’è qualcuno che non è del mio partito. Questa è una richiesta di aiuto e non è un atto di accusa nei confronti di nessuno e la faccio affinché la politica abruzzese si dia una svegliata, io la faccia la continuo a mettere, altrimenti rischiamo di avere l’orto in dotazione per coltivarlo ma di non avere più il raccolto”.
Francesco Rapino