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Riordino delle Province, sciopero della fame di Di Primio davanti Palazzo Chigi

Roma. Questa mattina, il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, a Roma, davanti la sede del Consiglio dei Ministri al Palazzo Chigi, che si riunirà, questo pomeriggio, alle ore 16.00, per adottare il provvedimento definitivo sul riordino delle Province, ha iniziato lo sciopero della fame affinché venga tenuta alta l’attenzione sul paventato rischio di soppressione della Provincia di Chieti, unica in Abruzzo ad avere i requisiti in base al DL 95/2012, meglio noto come “spending review”.

“Non cesserò lo sciopero della fame – ha dettoto Di Primio – fino a quando non avrò certezza che venga rispettata la legge e Chieti, unica in Abruzzo ad avere i requisiti, continui a conservare il suo status di capoluogo di provincia. Il Governo non può, per un mero calcolo ragionieristico, umiliare i territori, mortificare storie millenarie e negare il futuro a città come Chieti. Sopprimere la nostra Provincia equivarrebbe a distruggere un intero sistema economico, con una perdita di migliaia di posti di lavoro e un indotto inestimabile”.

Intanto il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, ha convocato la giunta provinciale per riferire l’esito degli incontri avuti a Roma circa la situazione che si va profilando per il riordino delle Province su cui il Consiglio del Ministri si pronuncerà nel pomeriggio.

“Esprimo solidarietà e sono idealmente vicino con sincero affetto al sindaco di Chieti Umberto Di Primio, che sta facendo sentire la propria voce a Roma con una iniziativa clamorosa, e con il quale ho sottoscritto un documento per conservare l’attuale Provincia di Chieti come già esistente con Chieti capoluogo. Chiaramente – dice il presidente Di Giuseppantonio – sentiamo il peso di una grande ingiustizia perché la Provincia di Chieti è l’unica in Abruzzo ad avere i requisiti fissati dal decreto sulla spending review e paradossalmente rischia di uscire dal riordino gravemente penalizzata. Se il Governo dovesse decidere per l’accorpamento, siamo pronti a concentrare ogni pressione sul Parlamento affinchè quella decisione venga profondamente rivista. Nel frattempo attraverso l’UPI, l’Unione Province Italiane, ci stiamo organizzando affinchè le giuste e legittime ragioni che portiamo avanti trovino il sostegno del maggior numero possibile di Province italiane”.