“Non cesserò lo sciopero della fame – ha dettoto Di Primio – fino a quando non avrò certezza che venga rispettata la legge e Chieti, unica in Abruzzo ad avere i requisiti, continui a conservare il suo status di capoluogo di provincia. Il Governo non può, per un mero calcolo ragionieristico, umiliare i territori, mortificare storie millenarie e negare il futuro a città come Chieti. Sopprimere la nostra Provincia equivarrebbe a distruggere un intero sistema economico, con una perdita di migliaia di posti di lavoro e un indotto inestimabile”.
Intanto il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, ha convocato la giunta provinciale per riferire l’esito degli incontri avuti a Roma circa la situazione che si va profilando per il riordino delle Province su cui il Consiglio del Ministri si pronuncerà nel pomeriggio.
“Esprimo solidarietà e sono idealmente vicino con sincero affetto al sindaco di Chieti Umberto Di Primio, che sta facendo sentire la propria voce a Roma con una iniziativa clamorosa, e con il quale ho sottoscritto un documento per conservare l’attuale Provincia di Chieti come già esistente con Chieti capoluogo. Chiaramente – dice il presidente Di Giuseppantonio – sentiamo il peso di una grande ingiustizia perché la Provincia di Chieti è l’unica in Abruzzo ad avere i requisiti fissati dal decreto sulla spending review e paradossalmente rischia di uscire dal riordino gravemente penalizzata. Se il Governo dovesse decidere per l’accorpamento, siamo pronti a concentrare ogni pressione sul Parlamento affinchè quella decisione venga profondamente rivista. Nel frattempo attraverso l’UPI, l’Unione Province Italiane, ci stiamo organizzando affinchè le giuste e legittime ragioni che portiamo avanti trovino il sostegno del maggior numero possibile di Province italiane”.