“Mi sembra strano – ha detto Di Paolo – che un vicesindaco venga a conoscenza della sia revoca a mezzo stampa, questo dimostra che il sindaco non ha avuto il coraggio di guardarmi in faccia. La motivazione vera della mia revoca è che mi sono voluto ridurre lo stipendio del 50% chiedendo a consiglieri ed assessori di fare lo stesso. Il sindaco occupa un posto al Comune dal ’93. È stato anomalo che tutti i consiglieri comunali si siano rivoltati contro di me. Ieri ho sentito in televisione che in un Comune in Toscana la giunta ha rinunciato ad un anno di stipendio per realizzare un’opera pubblica, invece io ho fatto questa scelta e sono stato cacciato. L’altro giorno, in una riunione di maggioranza, sono stato messo sulla graticola. Io non ho bisogno di una poltrona. Mi sento sollevato dopo questa revoca perche quando mi trovo in giro tra la gente, non dovrò più giustificare l’operato di questa amministrazione. In città è passato il messaggio che questo è uno dei peggiori sindaci, lui soffriva la mia ombra in quanto persona ben voluta. Di Primio è sempre stato un consigliere e, adesso che è sindaco, ragiona ancora come un consigliere. Il sindaco ha tracciato una delle pagine più brutte della città. Non mi dimetto da componente della giunta perché altrimenti farei un piacere a lui, è lui che mi deve cacciare dicendo che lo fa perché mi sono ridotto il compenso del 50%. Non mi interessa l’opinione dei consiglieri, ma della gente. Dopo questa mia iniziativa sono stato accusato di populismo”.
Francesco Rapino