Sostanzialmente le agevolazioni sono: per una unità immobiliare posseduta da un cittadino di oltre 65 anni ed adibita ad abitazione principale del suo nucleo familiare, il cui reddito IRPEF non superi 15 mila euro, l’aliquota è dello 0,2%; per le unità immobiliari adibite ad abitazione principale di nuclei familiari con portatori di handicap ex Legge 104/92 l’aliquota è dello 0,2%; per le unità immobiliari utilizzate come abitazione principale del nucleo familiare con cittadino disoccupato, proveniente da azienda dismessa o a seguito di processi di riorganizzazione del personale il cui reddito IRPEF del nucleo familiare non superi 15 mila euro, l’aliquota è dello 0,2%; per le unità immobiliari possedute ed utilizzate dal cittadino passivo IMU, per lo svolgimento della propria attività lavorativa o istituzionale, l’aliquota è dello 0,9%; per le unità immobiliari con pertinenze annesse, concesse a canone concordato l’aliquota è dello 0,9%. L’amministrazione comunale teatina non ha toccato la prima casa la cui aliquota è rimasta allo 0,4%.
“L’IMU è un’imposta ibrida – ha spiegato l’assessore al Bilancio del Comune di Chieti, Roberto Melideo – ed è anche particolare perché il Governo prevede che ci si metta la faccia. Noi l’avremmo voluta tenere al minimo, ma non ci sono state le condizioni. C’è la volontà di cercare di calmierare il più possibile questi interventi, a tale scopo c’è già un gruppo di lavoro. Qui è stata fatta una sintesi delle esigenze, dei cittadini, delle varie categorie e dei sindacati. Abbiamo cercato di far si che non venisse toccata la prima casa perché è il bene primario del cittadino medio. Per preservare la prima casa, sono state scelte delle formule di agevolazione. La caratteristica fondamentale che abbiamo introdotto nella stesura del Regolamento, è stata di guardare al grande numero di disoccupati e alle aziende che stanno chiudendo. Qui abbiamo cercato di agevolare le persone che si trovano in questa situazione. Questa cosa non è stata introdotta nelle altre città, quindi è tipica di Chieti. Sulla prima casa siamo al di sotto della media nazionale. Poi abbiamo pensato di agevolare gli anziani che in famiglia hanno reddito al di sotto dei 15 mila euro lordi ed abbiamo deciso di agevolare le famiglie che hanno un componente con una grave forma di handicap. Per quanto riguarda la seconda casa, c’era la possibilità di dare un’abitazione in comodato gratuito ai figli, adesso il Governo Monti ha necessità di fare cassa e non c’è più questa possibilità. A causa della ‘coperta troppo corta’, abbiamo deciso di aiutare i disoccupati e non quest’ultima categoria. Non abbiamo una grossa possibilità di manovra sulle aliquote IMU. Per le seconde case sono due le forme di agevolazione più importanti: per coloro che svolgono un lavoro all’interno di un locale di loro proprietà e per coloro che affittano a canone concordato. In quest’ultimo caso cerchiamo di calmierare gli affitti e di evitare il sommerso. Da qualcuno è stata avanzata la richiesta di fare un’agevolazione a chi non affitta. Per noi la cosa è sembrata insensata perché chi non affitta è perché in centro gli affitti sono troppo alti. Diamo agevolazioni a chi lavora, a chi ha una situazione sociale particolare e ai disoccupati. Un’altra agevolazione importante riguarda i locali di proprietà delle Onlus (0,7%)”.
Francesco Rapino