Così il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, sul diffuso problema del bracconaggio nel territorio provinciale teatino e sul modo nel quale lo sta affrontando l’amministrazione provinciale.
“I cittadini – prosegue D’Amico – sappiano che le uniche, iniziali e uniche attività rilevanti da lui promosse sono: congelare il Regolamento per il controllo ed il contenimento del cinghiale nel territorio redatto dall’amministrazione di centrosinistra presieduta dal senatore Tommaso Coletti con Antonio Tamburrino assessore delegato; ripristinare la possibilità dei componenti i corpi di Polizia (quella di Polizia Provinciale compresa) di poter liberamente cacciare con il pericolo che i controllori non controllino i controllati (bella etica politica!). Non vogliamo altre disgrazie ma una programmazione chiara e responsabile. Questo centrodestra, ha manifestatamente mostrato di non avere alcuna capacità risolutiva ma solo balbettanti paliativi. Ben vengano gli aiuti ed i suggerimenti delle associazioni venatorie così come quello degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) ma il controllo, la pianificazione e la vigilanza sia in capo alla provincia e tornasse ad esercitare compiutamente le proprie funzioni. La commissione consiliare ed il consiglio provinciale sono gli organi deputati ad assumere le decisioni; non certo la consulta della caccia troppo spesso presa, con arroganza e presunzione dal consigliere delegato, a luogo improprio per ratificare le volontà di una parte ormai fortemente minoritaria del mondo venatorio”.