Avezzano. “Il Fucino è un sistema ambientale e produttivo molto complesso ed avanzato, una eccellenza del settore agricolo regionale e nazionale. Per ciò se ne può discutere anche in un dibattito estivo e mediaticamente evocativo, ma non lontano dalla concreta realtà del suo assetto socioeconomico, che richiede interventi supportati da atti programmatori adeguatamente approfonditi”.
Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio a proposito dell’idea di un riallagamento del Fucino avanzata dal professore Giorgio Giannini come possibile soluzione ai cambiamenti climatici nella zona.
“La fine della riforma agraria con la conseguente e profonda modifica degli assetti proprietari e delle dimensioni aziendali, la cessazione del comparto saccarifero e i corposi investimenti tecnologici sostenuti dalle imprese, hanno introdotto produzioni altamente qualificate ed innovative, a ciclo costante – ha aggiunto – con sbocchi nel mercato europeo e globale. Un tale sistema produttivo ha richiesto progressivamente una massima disponibilità di superfici produttive qualificate ed una sempre maggiore disponibilità di acqua di qualità”.
Il problema sostanziale che si è posto negli ultimi trent’anni è avere massima disponibilità di superfici produttive e costante disponibilità di buona acqua. “Ne consegue che l’idea di un riallagamento del Fucino – precisa Di Pangrazio – per quanto parziale si voglia, non corrisponde alle necessità reali e concrete del sistema produttivo agricolo.
La discussione che si è sviluppata negli ultimi venti anni è tra l’esigenza di accumulo per i periodi siccitosi, con la necessità di uso razionale della risorsa idrica. Col tempo le imprese hanno condiviso il principio prioritario di sostenibilità nella gestione della risorsa idrica, per un uso efficiente, ecologico e supportato da tecniche irrigue innovative, cui dovrà essere complementare il sistema degli accumuli, che non potranno essere ubicati in sito produttivo ma dovranno dislocarsi in aree marginali o fuori Fucino”.
Di questo si è discusso negli ultimi anni e più recentemente tramite lo studio di fattibilità che la Regione Abruzzo ha affidato all’Autorità di Bacino Liri-Garigliano, che ha consentito di individuare, con le rappresentanze sociali ed istituzionali, l’ipotesi progettuale operativa condivisa sulla quale saranno definiti i progetti esecutivi.
“Recentemente il Governo regionale e nazionale – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale – hanno individuato uno stanziamento di 50 milioni di euro per un primo lotto di interventi che dovrebbero concentrarsi prioritariamente sulla depurazione e la distribuzione razionale ed intelligente della risorsa idrica.
Certo, le risorse necessarie sono di maggiore entità, ma la dotazione di una progettualità esecutiva, innovativa ed ampiamente condivisa dagli attori sociali e produttivi che operano nel Fucino e nella Marsica, di cui non ci si era mai dotati finora, consentirà di individuare nel più breve tempo possibile, ne sono certo, le risorse necessarie alla realizzazione delle opere, attraverso i fondi dei piani irrigui nazionali e per gli interventi infrastrutturali strategici”.
“Credo che tutti noi, nei rispettivi ruoli di responsabilità – ha concluso Di Pangrazio – dobbiamo mettere a disposizione il nostro personale contributo perché, ciò che il Governo regionale e gli attori sociali hanno tracciato come obiettivo condiviso, trovi la più rapida, efficiente e coerente realizzazione”.