Chieti. “L’accusa ai dirigenti comunali di scarsa operosità, fatta in maniera diretta e senza mezzi termini attraverso i media dal Sindaco Di Primio, se da un lato rappresenta il solito stucchevole penoso tentativo di provare a scaricare sempre su qualcun altro la colpa dell’incapacità del governo cittadino, dall’altro certifica inequivocabilmente anche la volubilità e incoerenza delle sue opinioni e dei suoi convincimenti”.
Così in una nota il capogruppo di Giustizia Sociale in Consiglio Comunale a Chieti, Bruno Di Paolo, che aggiunge: “A meno che non sia rimasto folgorato come San Paolo sulla via di Damasco, il primo cittadino dovrebbe spiegare come mai, dopo ben sette anni di gestione, solo oggi si accorge della scarsa funzionalità della macchina amministrativa comunale e della “necessità di intervenire nella gestione e sulla gestione dell’Ente per uniformarla ai canoni di efficacia, efficienza e economicità che allo stato, non possono lasciare soddisfatti”, così come ha scritto nella lettera inviata a tutti i dirigenti comunali, richiamandoli platealmente, di fatto, ad un maggior senso del dovere. Ravvedimento di opinione o convenienza da scaricabarile che sia, rimane il dato politico inquietante della certificazione da parte di Di Primio dello sbando totale dell’Amministrazione Comunale di Chieti. E pensare che le stesse perplessità che oggi esterna pubblicamente il Sindaco le ho manifestate io già nell’aprile del 2012, in qualità di Vice Sindaco e assessore al personale, dicendo che almeno 5 dirigenti su 8 dovevano essere mandati via per manifesta incapacità, come grido d’allarme e richiamo per la politica cittadina e l’apparato burocratico del Comune ad un maggior senso di responsabilità ed al cambio di marcia. All’epoca quelle mie frasi suscitarono un vespaio di polemiche ed un putiferio politico all’interno della maggioranza, con il Sindaco pronto a dissociarsi dalle mie dichiarazioni. Ma ora è tutta un’altra storia politica”.
“E chi se ne importa se il Sindaco Di Primio – conclude Di Paolo – continuerà a viaggiare, come sempre, con cinque anni di ritardo rispetto alle problematiche della città!”.