Dopo l’audizione in Commissione Cultura alla Camera di oggi dei dirigenti scolastici delle quattro regioni terremotate, infatti, c’è il timore di trovarsi di fronte ad una situazione insostenibile al momento della riapertura delle scuole, con la possibilità di delegare la decisione di riaprire o meno gli edifici scolastici, visti i bassissimi indici di vulnerabilità riscontrati, direttamente ai Prefetti.
“L’esempio di Teramo è drammaticamente esemplare”, ha detto Di Maio, “indici bassissimi, in 6 casi inferiori allo 0,2, e in due scuole addirittura circa 0,080 che, tradotto, significa: quegli edifici non hanno alcuna antisismicità. Stiamo parlando di un evidente pericolo per l’incolumità di studenti e personale scolastico. La situazione è davvero critica e per questo stiamo per depositare un’interrogazione per chiedere alla presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’interno e al Miur l’emanazione immediata di direttive chiare a sindaci, prefetti e dirigenti scolastici. Questi infatti non posso essere lasciati in una condizione di assoluta discrezionalità rispetto a un tema così delicato. Tali direttive dovranno indicare in modo specifico le responsabilità degli enti e dei soggetti preposti alla sicurezza delle nostre scuole e, soprattutto, i requisiti minimi indispensabili per l’apertura o meno di una scuola che oggi non è previsto dalla normativa”.
Inoltre, nel caso in cui il plesso scolastico non possa essere riaperto, si chiedono delle linee guida sulle procedure da seguire per garantire l’effettivo svolgimento delle attività scolastiche e le relative risorse aggiuntive da stanziare. Berardini, inoltre, chiede che con i sindaci, siano convocati e ascoltati dai Prefetti anche i consiglieri comunali che stanno già contattando varie ditte del settore edile, per la fornitura di strutture antisismiche di veloce realizzazione, le quali potrebbero garantire in tempi certi la sicurezza dei ragazzi.