A che pro firmare un documento in cui si lascia carta bianca al sindaco per la scelta dell’esecutivo salvo poi fare un passo indietro e dichiarare la propria uscita dalla maggioranza? Hanno cercato di spiegarlo questa mattina i due consiglieri comunali dissidenti, Alfredo Caccioni e Vincenzo Falasca, che hanno annunciato la volontà di abbandonare la barca condotta da Maurizio Brucchi, considerando anche la possibilità di aderire alla mozione di sfiducia promossa dalle opposizioni.
Una disattesa alle loro richieste è il motivo alla base di questa decisione, che non sembra coinvolgere per adesso il terzo dissidente Mimmo Sbraccia, che potrebbe ora segnare davvero la fine del sindaco teramano.
E parlano di una maggioranza che non esiste più e di amarezza per le scelte fatte dal primo cittadino che, nonostante le ultime rassicurazioni prima della firma del documento programmatico di lunedì scorso, non avrebbe mantenuto le promesse di modificare il modus operandi (leggi prendere decisioni da solo e non imposte dai così detti big della politica teramana ovvero Paolo Tancredi e Paolo Gatti) e scegliere una Giunta a 7.
“Abbiamo commesso un’ingenuità nel firmare il documento” ammette anche Caccioni che conferma la possibilità di aderire alla mozione di sfiducia, mentre Falasca parla della necessità di un cambiamento radicale per la rinascita di Teramo, sottolineando come il commissariamento a questo punto garantirebbe almeno il governo della città.