Si conclude così la lunga battaglia portata avanti proprio dal consigliere teramano del Pd che aveva sollevato la questione vista la mancata chiarezza degli accordi tra lo stesso Partito democratico e Abruzzo Civico in tutta la provincia teramana, auspicando l’organizzazione di un incontro per mettere in chiaro i termini di una possibile alleanza che, per tutta una serie di motivazioni più o meno comprensibili, non si è ancora svolto.
Nugnes ha sottolineato come la polemica scatenata intorno alla questione della vice presidenza, con le feroci critiche provenienti da una parte del Pd, avrebbe potuto continuare a sminuire e compromettere il lavoro che, invece, la maggioranza ha portato avanti finora, nonostante le difficoltà vissute dall’Ente e le sventure che si sono abbattute nei mesi scorso su tutta la provincia teramana.
E, ricordando come non sia il ruolo di vice presidente il motore della sua azione politica, ha sottolineato come sul suo nome, durante le elezioni di secondo livello, siano convogliati i voti non solo degli amministratori rosetani ma di tutto il territorio teramano che gli hanno accordato la propria fiducia.
Nugnes ha anche evidenziato il riconoscimento politico al suo gruppo visto il ruolo ricoperto durante le elezioni, contribuendo alla vittoria di Renzo Di Sabatino ma, viste le polemiche che hanno causato un’estrema pesantezza, ha ritenuto di rimettere le deleghe (che saranno ora redistribuite tra i consiglieri), in modo da poter consentire a tutti i consiglieri di poter lavorare di più e con una maggiore serenità.
Un modo, questo, per consentire a Di Sabatino di ottemperare al diktat che gli era arrivato dal suo stesso partito. Una mossa che, però, lascia ora Abruzzo Civico, in attesa del prossimo passo del Pd, in una posizione di vantaggio. Sempre in attesa di quel famoso tavolo intorno al quale sedersi per valutare la possibilità di una futura coalizione.