Biomasse, petrolio, eolico terrestre per le zone interne e off-shore in mare; termo-utilizzazione-valorizzazione di rifiuti e scarti; poi solare, termico e fotovoltaico: a terra, sui tetti o serre; idricoelettrico, mini-idrico e osmosi. “Progetti di ogni tipo e dimensione giacciono in Regione Abruzzo e sui tavoli dei sindaci – spiega meglio il politico dell’IdV -, negli studi di progettazione, nei uffici delle grandi banche.
Tutto tra vallata del Sangro, quella dell’Aventino, vastese, Majella e costa dei trabocchi. Temi e progetti che hanno portato alla ribalta dell’opinione pubblica tranquille località di provincia che anelavano ad un turismo verde e culturale o ad un’industria di qualità. Non è, quindi, più possibile fare a meno di un intervento su piano provinciale di uno strumento come un “Programma per l’energia e per lo sviluppo sostenibile”, che, coinvolgendo tutti gli stakeholder, chiarisca e pianifichi i temi caldi dello sviluppo e della crescita, del fabbisogno energetico e della green economy, partendo dalla valenza paesaggistica e ambientale, nonché dal rispetto della salute dei cittadini e dalla salvaguardia del territorio”.
Da qui la richiesta alla Provincia di dotarsi di un piano integrato dell’energia e dello sviluppo sostenibile, che, secondo Fagnilli, “oltre a rispondere al tema accennato che sta investendo tutta la comunità provinciale sotto i vari aspetti: produttivi, salutistici e di governante, andrebbe anche incontro allo spirito della norma sulla riforma delle Provincie voluta dal governo Monti circa il suo nuovo e rivisitato ruolo di Ente di programmazione di area vasta”.