“Sulla emergenza acqua che si è venuta a creare la settimana scorsa, non bastano più rassicurazioni. I cittadini hanno bisogno di impegni e fatti concreti. La sfiducia nelle istituzioni raggiunge nella nostra provincia, su questa e su altre questioni, un livello molto alto”. E’ il pensiero di Vincenzo Di Marco, sindaco di Castellalto.
“Nei giorni dell’emergenza, io ho mantenuto un comportamento fermo e rispettoso dei dati e delle analisi ufficiali fornite dall’Arta, che hanno dimostrato che l’acqua è sempre stata potabile; non sono mai stato tentato di percorrere strade alternative, come la modifica dei menu delle mense scolastiche o la fornitura di acqua minerale a scuola. Questo però non basta. C’è un sentimento di sfiducia diffuso nella popolazione, che ritiene di essere presa in giro in nome di interessi che nulla hanno a che fare con la salute pubblica. Allora, è compito delle istituzioni e della politica adoperarsi per ristabilire il primato della sicurezza del consumo dell’acqua pubblica, attraverso alcune azioni, e diverse le abbiamo indicate nella riunione con il Vice Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli”.
E prosegue: “La prima in assoluto, condivisa da molti sindaci, è la modifica della legge regionale n. 9 del 2011: una legge che espropria i comuni e i sindaci della gestione dell’acqua e li relega al ruolo di espressione di pareri. Le comunità locali devono avere un ruolo decisorio, proporre e assumere azioni concrete sulla programmazione e gestione di investimenti e controlli sull’acqua. E’ maturo il tempo per costituire nella nostra regione un coordinamento tecnico-scientifico sulla salute dell’acqua dell’Abruzzo, partendo subito da quella che sgorga dal cuore del Gran Sasso e che viene erogata dalla Ruzzo Reti alla nostra provincia. Altra proposta che mi sono sentito in dovere di avanzare è quella relativa al miglioramento del sistema di gestione dell’emergenza della crisi idrica, perché i cittadini non possono andare a letto con la convinzione che l’acqua non sia potabile e svegliarsi la mattina che l’acqua è tornata potabile. Se si rileva una problematica è necessario rivedere il tutto”.
Di Marco conclude così: “E’ arrivato il momento di non ridurre tutto ad uno spot sull’acqua, ma di mettersi in marcia velocemente per ristabilire il primato del pubblico e della sua credibilità, ricordando che nel 2011 si è svolto un referendum dove il 95% degli italiani si è espresso contrario alla gestione privata dell’acqua ribadendo che essa deve rimanere pubblica”.