La battuta di Di Primio su Zeman: critiche al sindaco di Chieti

di_primio_umbChieti. Continuano le polemiche relative alla battuta del sindaco di Chieti, Umerto Di Primio, durante un’intervento televisivo di venerdì sera nel quale si stava parlando della vicenda relativa alla discarica Casoni, il discorso poi era andato sulle polemiche alzate da diversi teatini sull’eventuale presenza del tecnico del Pescara Zdenek Zeman al “Premio Prisco 2012” ed il primo cittadino di Chieti si era lasciato andare ad una battuta (“Ma lui è già un mezzo rom”, ed ha continuato: “Poi a me sta antipatico perché io tifo Juve e lui parla male della Juve”).

Era seguita una risposta del tecnico boemo che aveva detto: “Il sindaco fa polemica perchè è di Chieti e cerca di fare qualcosa per Chieti, per il suo popolo, perchè se fa polemica pensa di avere qualche voto in più. Da quello che si è visto ignore le etnìe, non capisce, poi non so se voleva offendere i rom o me”. Subito dopo c’erano state delle scuse di Di Primio sulla propria pagina Facebook.

Ma le polemiche non si placano qui. Numerose sono state infatti le critiche mosse a Di Primio da diverse parti politiche e non solo.

Giampiero Riccardo, coordinatore regionale di “Giovani Italia dei Valori – Abruzzo”, in una nota ha detto: “Dopo la vergognosa proposta del aenatore Di Stefano di rintrodurre la possibilità di formazione del partito fascista che ha oltraggiato il significato storico della Resistenza e dei valori anti-fascisti della nostra Costituzione, può anche accadere che il sindaco Di Primio si permetta di dire frasi razziste contro altre etnie, in diretta tv. A Chieti oggi esiste un’emergenza democratica. Il Pdl teatino è in mano a personaggi che ancorati a un passato buio e acerbo, spingono per la reintroduzione di un modello di società autoritaristico dichiaratamente fascista. Ancor prima di limitarsi a scuse di circostanza a Zeman, il sindaco chieda sinceramente scusa a tutti i teatini, che al contrario dello stesso Di Primio, non hanno paura di culture diverse e che per questo non meritano di essere rappresentati da chi è affetto da una cronica chiusura mentale”.

Invece il capogruppo del Pd al Consiglio Comunale teatino, Alessio Di Iorio, ha commentato così: “La vera Chieti non è quella rappresentata da Umberto Di Primio. Una città dalla storia millenaria non ha niente a che vedere con la manifestazione di ignoranza, ottusità e arretratezza culturale che Umberto Di Primio ha dimostrato. Come se non fosse sufficiente l’immobilismo e il tasso di malgoverno che caratterizzano la sua giunta comunale – prosegue Di Iorio – Di Primio è stato capace di  mettere in imbarazzo i suoi cittadini di fronte a tutta Italia. Chieti non ha bisogno della brutta copia di Nicola Cucullo. Con un Municipio sull’orlo del dissesto finanziario, un ospedale in piena emergenza, un’Università spaccata al suo interno, migliaia di disoccupati e decine di imprese in crisi, Di Primio ha ben altro cui pensare: faccia il sindaco”.

Invece Nerio Petrocco ha indirizzato una lettera ad Umberto Di Primio che recita: “La battuta poteva risparmiarsela, e’ stata una gaffe, sicuramente un errore che in territorio abruzzese e con esplicito riferimento a Pescara scatena un putiferio dando adito a fiumi di polemiche, commenti e opinioni personali espresse anche con toni sopra le righe, il tutto purtroppo alimentato anche da quotidiani regionali i quali, evidentemente non aspettando altro che trovare un capro espiatorio all’ attuale situazione rifiuti, a loro dire riconducibile al becero campanilismo teatino e puntando sulla contrapposizione Chieti-Pescara, trovano nelle sue dichiarazioni la miccia tanto attesa, scatenandosi e inventandosi titoli fuorvianti e sbagliati, tacciando Chieti e i suoi rappresentanti come unici colpevoli delle attuali disgrazie pescaresi. […]
Oltre la sua pur pessima battuta,voglio far notare altro,cioe’ il contesto nel quale e’ stata detta la frase incriminata, quello di un salotto televisivo, in un emittente, teatina solo per sede, nella quale il conduttore, di certo non brillando per imparzialita’, sembrasse volerla mettere con le spalle al muro, reo a suo dire, di non voler contribuire al conferimento dei rifiuti a Casoni, trovando nella sua figura di sindaco di Chieti il grande colpevole […]”.

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