“Le quote da impegnare erano pari 205.977 euro – continua l’assessore Gasparri – mentre oggi possiamo contare solo su 50.909 euro così come deciso dalla Giunta regionale il 2 marzo scorso: circa il 75% di fondi in meno. Un dramma se a questo si aggiungono i tagli già effettuati nel 2011. Un dramma per le persone non autosufficienti e per le loro famiglie. Poiché il Piano locale per la non autosufficienza – ricorda l’assessore Gasparri – è lo strumento di concertazione tra l’Ambito territoriale sociale (A.T.S.) e il Distretto sanitario di base (D.S.B.) e stabilisce le modalità operative per l’attuazione degli interventi, il taglio della Regione si traduce in taglio per le ore di assistenza domiciliare. Così – afferma l’assessore alle Politiche sociali – si va a distruggere un servizio che alleggerisce l’attività delle strutture sanitarie pubbliche già al collasso. Sabato scorso – continua l’assessore comunale alle Politiche sociali – tutti gli Ambiti territoriali della provincia di Chieti si sono ritrovati a Lanciano per sottolineare la loro compattezza contro questo provvedimento che renderebbe difficoltoso il prosieguo dei progetti già avviati”.
All’incontro di Lanciano è stata presente anche la consigliera Marinella Sclocco che ha rappresentato la sua idea per la risoluzione della questione, consistente in una proposta di una legge da presentare al prossimo Consiglio regionale di martedì 20 marzo e che permetterebbe l’utilizzazione dei fondi mancanti.
“In quell’occasione la nostra amministrazione – dice l’assessore Gasparri – farà sentire la sua voce perché il Piano locale per la non autosufficienza è un diritto. Al problema degli utenti – conclude l’assessore Gasparri – si aggiunge anche quello degli operatori che si troverebbero improvvisamente a casa con inevitabili difficoltà per le proprie famiglie. Con le risorse a nostra disposizione non riusciremo ad andare oltre giugno e le eccessive economie vogliono dire la soppressione di questo servizio. La crisi non può essere vissuta solo sulle spalle dei più deboli. E’ una vergogna”.