“La situazione al Comune di Pescara sta toccando livelli non più gestibili ed accettabili per l’immobilismo che si è creato”, denuncia il capogruppo del Pd in consiglio comunale Moreno Di Pietrantonio, parlando di “spartizione delle poltrone mentre la città è in piena crisi economica”.
Alla vigilia dell’approvazione in aula del bilancio di previsione che, insieme al piano dei lavori pubblici, sarà incentrato sull’aumento delle tasse e sui tagli ai servizi al cittadino, la minoranza prende di mira le scelte politiche dell’amministrazione di Albore Mascia. Mentre il primo cittadino, all’indomani delle nuove deleghe, aveva evidenziato la “perfetta armonia con la quale stiamo portando avanti la fase di riequilibrio dell’esecutivo con una giunta compatta”, il Pd invece evidenzia una “crisi politica strisciante”.
Le dimissioni di due assessori di punta dell’Esecutivo, Stefano Cardelli che deteneva la delega al Commercio, promotore di politiche importanti per il rilancio del terziario in città come il centro commerciale naturale, e Barbara Cazzaniga, ex assessore al Turismo, rappresenterebbero per l’opposizione l’immagine di una maggioranza “ancora alla disperata ricerca di una propria identità”. In una fase di crisi economica generalizzata, secondo il Pd, a pagare saranno i cittadini di Pescara. La ricostruzione delle ultime vicende politiche prende le mosse dalla decisione di Pescara Futura di spingere alle dimissioni Cardelli e Cazzaniga per far posto ad altri della stessa lista civica. Si prosegue ricordando il rifiuto iniziale di Elena Seller, ex assessore alla Cultura, di riconsegnare il mandato e il successivo passo indietro per mettere a tacere i malumori interni. Il Pd non risparmia critiche a una parte dell’Udc “che rivendica un posto in giunta” e al Pdl che chiede “un’altra poltrona per riequilibrare le forze in campo”. Principale bersaglio di Di Pietrantonio è albore Masscia “un Sindaco sempre più sballottato dalla bufera politica e dai ricatti di crisi”, sostiene il leader dell’opposizione, “che cerca di fare dichiarazioni rassicuranti alla città, ma che viene sconfessato dal degrado e dal blocco di qualsiasi attività. Mentre divampa la crisi politica e il disperato tentativo di ricomporre i cocci attraverso l’ennesima ridistribuzione di poltrone, alla città di Pescara chi ci pensa? Purtroppo, il risultato della confusione politica in atto del centrodestra cittadino è sotto gli occhi di tutti”.
Di Pietrantonio passa poi in rassegna i problemi di una città “senza guida e prospettive per il futuro, con settori strategici come Commercio e Turismo in piena crisi, basta citare il Porto di Pescara colpevolmente chiuso e ad oggi senza nessuna prospettiva di soluzione e il traffico nel caos”. “Il Sindaco e la maggioranza”, conclude il Pd, “dovrebbero prendere atto, dopo due anni e mezzo di infruttuose prove di governo, della loro inadeguatezza e del loro totale fallimento, dovrebbero fare un gesto d’amore per la città: ridare a Pescara la possibilità di ripartire e di rimettersi in cammino”.
Critiche anche da Stefano Casciano, segretario cittadino del Pd. “L’attuale amministrazione si è contraddistinta per la grande capacità di spartire poltrone, con conseguenze gravissime per tutta la città, che è diventata sofferente sotto più punti di vista”, dice. “Pescara fa fatica, ormai, anche a ribellarsi ad un governo incapace di ascoltare le istanze che arrivano dai cittadini e dalle associazioni di categoria. Incapace di dare risposte al territorio. Bisogna reagire di fronte a quello che sta accadendo nella nostra città, senza fare accordi o sconti a nessuno, anche in vista della prossima seduta consiliare dove si voterà il bilancio. Il governo Mascia si regge su chi fa un uso personale della politica, mettendo in atto cambi repentini di casacca e ballando da uno scranno all’altro del consiglio. Cambiare opinione è legittimo, ma la tarantella politica è una pratica indegna e ridicola, specie in un momento in cui la città ha bisogno di amministratori capaci di prendere scelte forti e importanti. Chi non ha le idee chiare deve uscire da Palazzo di Città e cedere il passo a chi può davvero fare qualcosa per cambiare rotta”.
Daniele Galli