E’ quanto afferma in una nota il consigliere di opposizione di Le Ali per Francavilla al Consiglio Comunale di Francavilla al Mare, Franco Moroni, che continua dicendo: “Dietro l’atto dovuto si nasconde invece la scelta politica evidente di fare cassa a discapito dei francavillesi. L’amministrazione Luciani passa da un déjà vu (già visto) ad un altrettanto preoccupante già detto. Nonostante i miei avvertimenti; il peccato originale che macchia questa amministrazione e il suo sindaco è la vorace fretta di fare cassa, cosa che espone lui e la sua amministrazione all’ennesima brutta figura.
Di tutto ho chiamato a rispondere l’amministrazione comunale davanti agli enti competenti, Procura della Repubblica e Corte dei Conti, che dovranno valutare se si è perseguito l’illecito arricchimento dell’Ente a danno dei cittadini, e se si siano al tempo stesso causati danni patrimoniali a carico dell’Ente con le successive azioni. Senza voler entrare nei tecnicismi, dei quali parlerò in una conferenza pubblica in programma per la prossima settimana, e senza aggiungere commenti alle procedure a dir poco discutibili di richiesta di esazione da parte degli uffici comunali (procedure che comunque hanno inficiato tutta l’azione), va detto che i canoni non sono dovuti poiché nel caso di Francavilla non si parla di beni demaniali di uso civico, ma bensì dell’istituto dell’enfiteusi, avente natura privatistica ricondotta dal codice a rango di diritti reali. Pertanto, qualora il concedente (Comune) non avesse esercitato la ricognizione del proprio diritto entro il 19simo anno, cosa che non è avvenuta, tale diritto si è prescritto. L’amministrazione di Francavilla sull’argomento ha prodotto una serie di comunicazioni e adunanze senza senso, che sono sembrate palliativi fuorvianti, giustificativi e populisti, addirittura con inviti tramite stampa al pagamento dei canoni. Intendo denunciare pubblicamente lo sperpero che per ora ammonta a circa 38.000 euro totali, così ripartito: prima 24.000 euro per l’invio delle raccomandate in fretta e furia, di cui la metà praticamente sbagliate; e poi ulteriori 14.0000 euro impegnati subito dopo per ricerche e verifica presso archivi demaniali! Il sindaco non ha sentito il dovere di fare chiarezza ai cittadini: in primo luogo perché il canone non è dovuto ed in secondo luogo chiedendo scusa per la mancanza di lealtà verso chi oggi, con la situazione economica italiana, giornalmente deve stringere la cinghia per andare avanti in famiglia o con la sua impresa. Bastava eseguire i dovuti accertamenti tecnico amministrativi, entrare a fondo nel merito delle Leggi, le circolari dell’Agenzia del Territorio e dell’Avvocatura dello Stato ed essere meno… voraci! E così da una possibile annunciata entrata, i canoni enfiteutici diventeranno una falla paurosa nelle casse comunali, un’altra falla del sindaco Luciani e della sua moderna promettente amministrazione. Consiglio al primo cittadino, alla luce di uno studio più approfondito della normativa del caso francavillese, di intraprendere la scelta politica di stare vicino ai cittadini annullando l’odioso canone non dovuto”.