“Una sentenza” aggiunge Fioretti “che conferma, inequivocabilmente, quello che abbiamo da sempre sostenuto: Transcom non poteva licenziare i terremotati! Dal primo momento le motivazioni della procedura di licenziamento mostrarono evidenti lacune in quanto i motivi della stessa apparvero subito insussistenti. La Transcom dichiarò di voler abbandonare la città perché era priva sia dello stabile che delle commesse da lavorare. In realtà, lo stabile fu ristrutturato in tempi brevissimi e nel Settembre 2009 la multinazionale si aggiudicò la ricchissima commessa nazionale del numero verde Inps-Inail (commessa che a tutt’oggi è gestita in subappalto dal Consorzio Lavorabile che sottopaga i dipendenti avendoli inquadrati nella qualifica di bagnini e nel contratto nazionale delle cooperative sociali!). Appare evidente quindi che la decisione del Tribunale dell’Aquila è, a nostro avviso, sacrosanta. L’Ugl, pur denunciando queste contraddizioni, firmò la contestata procedura di mobilità, come giustamente asserisce Transcom, per il semplice motivo che, senza quella firma, i 276 lavoratori sarebbero stati licenziati in tronco e non avrebbero potuto essere reintegrati in E-Care (il call-center di Monticchio che riassorbì i dipendenti). La sentenza del 14 dicembre rende giustizia, non solo ai dipendenti, ma anche agli aquilani in quanto stabilisce che i terremotati non potevano essere licenziati! Dopo 32 mesi di disagio e preoccupazioni, il 2011 finisce con una splendida notizia per gli aquilani. Ora Transcom chieda scusa alla città”.