E’quanto afferma Camillo D’Amico capogruppo Pd Provincia di Chieti dopo l’annuncio dato dall’assessore regionale all’agricoltura Mauro Febbo di aver posticipato al 5 Gennaio 2012 la chiusura della caccia al cinghiale a causa dell’alto numero di esemplari presenti nel territorio e dei notevoli danni questi arrecano all’agricoltura.
“E’ una cosa buona ed utile – continua D’Amico – che ormai si ripete da molti anni sempre fatto per la stessa ragione; chi oggi apprezza e condivide in maniera silente ed ubbidiente, come l’attuale delegato alla caccia in Provincia di Chieti Giovanni Staniscia, non fece altrettanto quando, l’allora assessore regionale di centrosinistra Marco Verticelli, prese medesima iniziativa (era il 2008). Gridò allo scandalo ed al fatto che si voleva smantellare la specie; bella coerenza politica e comportamentale!!! Non è più rinviabile che la regione insieme alle Province, organizzazioni professionali agricole, ambientaliste e venatorie mettano in atto tutte le idee ed i virtuosismi necessari per panificare un reale contenimento numerico del cinghiale utilizzando al meglio le poche risorse finanziarie disponibili non solo per rimborsare gli operatori agricoli dei danni subiti ma anche per incentivare il ricorso alle cosiddette colture a perdere da alimentare in quelle superfici più prossime dove solitamente si annidano questi animali ossia aree boschive e percorsi fluviali. Riaffermando il principio – conclude il capogruppo del Pd – che toccherebbe alle Province la pianificazione di dettaglio, in ragione delle specificità di ogni territorio, dopo oltre metà legislatura siamo ancora in attesa di conoscere quali proposte il delegato alla caccia in Provincia di Chieti ha in mente per drenare il preoccupante fenomeno dell’alto numero di cinghiali sono presenti nel territorio in considerazione del tanto che fece per bloccare quanto riuscì a mettere in piedi l’ex assessore Antonio Tamburrino”.