L’Aquila. Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha incontrato questa mattina, in due riunioni distinte, il presidente della Provincia Antonio Del Corvo con i sindaci del cratere e i parlamentari abruzzesi per discutere la questione della restituzione delle tasse sospese.
Le due iniziative, che rientrano nella mobilitazione a cui lo stesso Cialente ha chiamato l’intera cittadinanza e le rappresentanze istituzionali e di categoria, ha visto la partecipazione dei sindaci dei Comuni di Tornimparte, Fossa, Capitignano, Pizzoli, Tione degli Abruzzi, Barete, Villa Sant’Angelo, Cagnano Amiterno, Barisciano e Rocca di Mezzo, oltre che dell’assessore comunale alle Politiche sociali e consigliere provinciale Stefania Pezzopane, dell’assessore provinciale Guido Liris e del consigliere provinciale Pierpaolo Pietrucci. Sono intervenuti inoltre i parlamentari Lusi, Lolli e Mascitelli, mentre in rappresentanza del senatore Piccone ha partecipato il consigliere regionale Ricciuti.
“Sia dal tavolo con i sindaci e con il presidente della Provincia sia da quello con i parlamentari abruzzesi” ha detto Cialente “è emersa una grande coesione e un’assoluta condivisione del percorso. Ho ribadito la necessità di un decreto che, come tale, ha validità immediata. I parlamentari, che hanno presentato due emendamenti al testo della legge di stabilità, la cui discussione in commissione Bilancio del Senato inizierà oggi stesso, hanno ribadito la forte volontà di esercitare un pressing su Governo e maggioranza per ottenere il necessario sostegno ai fini dell’approvazione delle due proposte, fondamentali per ottenere l’agognata proroga nella restituzione dei tributi e delle tasse non versati e l’abbattimento del 60 per cento del dovuto. Una disposizione che avrebbe, diversamente da quanto accaduto finora, la previsione della copertura finanziaria. Apprezzo l’intervento di stamani da parte dell’onorevole Letta, che ha manifestato la volontà di inserire i provvedimenti necessari nel maxiemendamento presentato dal Governo, ma devo dire che, purtroppo, non è più tempo per le promesse e per le manifestazioni d’intenti. Ora occorrono fatti concreti. Come ho ribadito con forza stamani, per l’ennesima volta, il cratere non è assolutamente in grado di affrontare questa situazione. Da quando è avvenuto il passaggio di consegne da parte della Protezione Civile, tutto è fermo. La ricostruzione non è partita e, in quello che doveva essere il cantiere più grande d’Europa, abbiamo operai edili in cassa integrazione e imprese che dovranno versare i tributi su incassi che non hanno ancora percepito. Siamo in una situazione di drammatico allarme sociale. Senza proroga e senza abbattimento per alcuni si aprirà un baratro”.
In entrambe le riunioni il sindaco Cialente ha richiamato la necessità della mobilitazione generale e ricordato le manifestazioni di domani, alle 15 davanti al palazzo dell’Emiciclo, e di venerdì 11, sempre alle 15, con partenza dalla Villa Comunale. Il tavolo con i sindaci e con l’amministrazione provinciale, invece, si riunirà nuovamente dopodomani, alle ore 15, nella sede comunale di Villa Gioia, su richiesta dello stesso Cialente, per fare il punto della situazione.
“Il tempo stringe” ha concluso il primo cittadino. “Questa settimana è cruciale per la sopravvivenza del territorio e della sua economia. Ogni giorno dobbiamo fare in modo che la nostra voce si senta forte a ricordare a tutto il Paese il nostro dramma”.
Un’unità di intenti finalizzata al raggiungimento di obiettivi concreti e non a strappare l’ennesima promessa, ha aggiunto l’assessore Stefania Pezzopane.
“Siamo tutti determinati a rendere visibile al Paese un dramma dimenticato, che ormai ha superato ogni soglia di emergenza sociale. La nostra tragedia è una delle tante in un’Italia sempre più povera che si sente trascurata da un Governo il cui capo dimostra davanti a tutta l’Europa di ignorare i problemi. Mentre si allunga la lista dei poveri, come dei cassintegrati e dei disocuppati, sentir parlare di ristoranti pieni è infatti una risata in faccia al nostro dramma. Quanto sono lontani i tempi delle passerelle e dell’utilizzo del nostro dolore a soli scopi elettoralistici. Dopo due anni e mezzo torniamo di nuovo in piazza per ottenere ciò che è stato dato agli altri. Chiediamo non solo un rinvio del pagamento, ma anche un provvedimento che stabilisca l’abbattimento del 60 percento delle tasse da restituire, così come è stato fatto per Marche ed Umbria. Con tutto il rispetto per il sottosegretario Letta e per il commissario Chiodi, questa volta vogliamo un atto scritto dal parlamento e dal Governo con relativa copertura finanziaria. Promesse e rassicurazioni lasciano ormai il tempo che trovano. Sono mesi che chiedevamo di affrontare per tempo questa situazione e solo ora che stanno arrivando i tagli alle buste paga si cerca di mettere una pezza a colori. Ringrazio i senatori del Pd e dell’Idv che consentiranno, attraverso la presentazione di emendamenti al testo di legge sulla stabilità, di affrontare la questione nel dibattito parlamentare, a partire dalla Commissione Bilancio del Senato. Ci aspettiamo un lavoro sinergico e unitario da parte di tutte le forze politiche per ottenere quanto dovuto. L’Aquila insorga, per i propri diritti calpestati”.
E sono tante le adesioni e i messaggi di solidarietà giunti dalle parti civili, politiche e religiose.
Come la Chiesa dell’Aquila, che si è detta pienamente solidale con tutti coloro che manifesteranno domani 7 novembre per chiedere al Governo il rinvio della restituzione delle tasse sospese a causa del sisma del 2009.
“Essendo inagibili la maggior parte delle chiese e dei campanili della città” ha scritto in una nota l’arcivescovo Mons. Giuseppe Molinari “saranno i parroci a scegliere la modalità migliore con cui aderire alla manifestazione organizzata per domani”.
Sull’argomento è intervenuto anche Luigi D’Eramo, segretario regionale de La Destra. “Continuiamo ad essere fiduciosi in una soluzione positiva della vicenda tasse” ha commentato “ma questo non ci esime dal partecipare alla manifestazione di martedì. Ribadiremo insieme a tutti i nostri concittadini la necessità della proroga e dell’abbattimento del pagamento delle tasse. L’Aquila non è in grado di pagare, l’economia e’ in ginocchio, i commercianti e gli imprenditori sull’orlo della crisi, i dipendenti rischiano il taglio di gran parte del loro stipendio. Le richieste di noi Aquilani sono giuste e devono essere prese in assoluta considerazione. Questa non deve essere una lotta tra parti politiche, ma la legittima rivendicazione di una comunità che continua a soffrire le cause di un terremoto devastante. Oggi non e’ il tempo delle polemiche studiate a tavolino, anche perché gli Aquilani sanno distinguere benissimo tra chi opera e chi parla.
Alla mobilitazione aderisce anche Confcooperative L’Aquila. “Considerata la grave crisi che attraversiamo” si legge in una nota “e gli ostacoli e le difficoltà che il mondo della cooperazione nel cratere sismico deve quotidianamente affrontare sia per l’accesso ai finanziamenti, sia per l’impiego lavorativo dei soci cooperatori che per la sottovalutazione della ricostruzione sociale, è di vitale importanza chiedere la proroga dei pagamenti e un decreto che contempli l’abbattimento al 60 per cento degli importi da restituire e l’attivazione della zona franca”.