Sono queste le domande che il consigliere provinciale del Pd, Tommaso Coletti, pone ad alta voce a quanti hanno esaltato il protocollo d’intesa sottoscritto a Roma per la cessione delle aree in comodato gratuito alla Provincia in vista di una futura acquisizione per 7 milioni e mezzo di euro. Secondo Coletti, infatti, la Provincia non ha bisogno di aree e manufatti su aree dismesse, ma del sedime ferroviario per la realizzazione della pista ciclopedonale già progettato all’interno del “Progetto di Rigenerazione della Costa Teatina”, oltre ad avere il compito di pianificare, sotto l’aspetto urbanistico ed economico, le aree di risulta di cui la Provincia ed i nove comuni hanno sottoscritto un protocollo controfirmato anche dalla Regione.
“Il protocollo d’intesa sottoscritto sotto la mia presidenza in provincia il 26 ottobre 2007” ricorda Coletti “prevedeva la pianificazione da parte degli enti pubblici (provincia e comuni), la realizzazione della pista ciclopedonale da parte della Provincia, gli altri interventi previsti nel Piano di Rigenerazione da realizzarsi in concorso comune tra pubblico e/o privato; tutto ciò dopo la definizione dell’accordo di programma. A cosa allora serve l’acquisto di tutte le aree? Alla Provincia serve solo il tracciato ferroviario, la cui superficie è di circa 46.000 metri quadrati, dal costo di circa 460.000 euro (1,00 euro a mq) per la realizzazione della via verde. Le altre aree e i manufatti non servono al pubblico che ha solo il compito di pianificarle. Per il 18 è stata riconvocata un’altra riunione a Roma, ma alle riunioni romane se non seguono gli atti necessari per convalidare gli impegni che si sottoscrivono c’è poco da stare allegri”.
All’appello di Coletti si unisce anche la voce di Camillo D’Amico, capogruppo Pd in provincia di Chieti, che parla addirittura di “facile propaganda. La Provincia ha vissuto da spettatrice disinteressata la vicenda della tentata perimetrazione del parco nazionale della costa teatina, adesso potrebbe recuperare un ruolo guida se tornasse protagonista delle proprie azioni. Meno comunicazioni ai media e più azione sul territorio. Noi siamo disponibili a recitare una parte costruttiva con idee e proposte concrete; loro abbiano più umile e generoso ascolto ai consigli altrui visto che tutti, almeno a parole, affermano di dedicarsi al bene comune della collettività”.