Chieti. Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, dopo aver chiesto agli Organi competenti la dichiarazione dello stato di emergenza per l’intero territorio del Comune di Chieti a seguito dell’eccezionale ondata di maltempo, ha lanciato un accorato appello al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni affinché le risorse destinate all’emergenza possano essere immediatamente messe a disposizione dei Comuni colpiti, per effettuare lavori urgenti di messa in sicurezza dei territori.
In considerazione degli straordinari e gravi eventi atmosferici (nevicate, piogge torrenziali) e sismici che hanno colpito l’Abruzzo dall’inizio di gennaio e che hanno fatto registrare mancata erogazione di acqua, rottura di contatori, danni sulla rete idrica, mancata erogazione di energia elettrica, gravi dissesti al manto stradale, frane, danneggiamenti sulla rete di pubblica illuminazione, infiltrazioni nelle scuole e negli edifici, gravi danni al patrimonio arboreo, esondazione di fiumi, nonché l’adozione di ordinanze di sgombero per numerose famiglie, il solo Comune di Chieti ha stimato in modo non esaustivo, con riferimento al patrimonio pubblico, danni per dieci milioni di euro. A questi devono aggiungersi i rilevantissimi danni economici che hanno subito sia quello del comparto produttivo-commerciale, in particolare il piccolo e medio commercio cittadino, sia quello della produzione agricola.
@Dalla notte del 5 e fino al 20 gennaio – spiega il Sindaco Di Primio – Chieti, al pari delle altre comunità abruzzesi, ha dovuto far fronte a storiche nevicate e a piogge torrenziali, alla mancata erogazione di acqua nelle abitazioni ed aziende a causa della rottura dei contatori, ai danni sulla rete idrica e ai serbatoi, alla paura per le scosse di terremoto del 18 gennaio, alla mancata erogazione di energia elettrica che ha interessato circa 200 mila abruzzesi e tra questi 20 mila teatini. Ancora oggi – evidenzia il Sindaco – nella città di Chieti vi sono case, attività produttive e commerciali prive di energia elettrica, a causa non solo, evidentemente, del cattivo tempo e dei danni da questo procurati, ma soprattutto per la manifesta incapacità da parte di Enel di affrontare il problema@.
@Dopo 15 giorni di condizioni meteorologiche proibitive – prosegue il Sindaco – a preoccupare non sono solo le risorse fuori bilancio che al momento il Comune ha dovuto spendere per la gestione del piano neve ma, soprattutto, le condizioni in cui oggi sono ridotte le strutture ed infrastrutture viarie cittadine. Dalle prime ricognizioni effettuate dagli uffici, buona parte dei 330 km di strade comunali, a causa del grave dissesto del manto stradale e delle voragini su di esse presenti, non è transitabile in sicurezza da veicoli ed autobus del trasporto urbano ed extraurbano. Analogamente deve dirsi per le strade provinciali e statali di accesso alla città, anch’esse dissestate e gravide di buche che ne rendono pericolosissima la percorrenza. Preoccupa, poi, lo stato della rete di pubblica illuminazione, danneggiata ed interrotta dalla caduta di alberi e dalle frane. Diversi edifici comunali, alcuni storici, e molte scuole ed asili, risultano danneggiati dalle infiltrazioni così come risultano necessari, dopo l’ondata di maltempo, interventi manutentivi straordinari sugli impianti termici ed elettrici. Si segnalano, inoltre, i gravi danni patiti dal patrimonio arboreo della città ed anche della ottocentesca villa comunale e quelli rilevati presso il cimitero comunale, soprattutto nella parte storico-monumentale, e dove risultano danneggiati anche gli impianti a causa della caduta di alberi ad alto fusto@.
@A tutto questo – conclude il Sindaco – s’aggiunge l’allerta per i fiumi Alento e Pescara, a rischio esondazione quest’ultimo e già esondato il primo e le emergenze e le criticità acuite dalla patologica situazione idrogeologica. A decine, ormai, oltre ai casi più gravi per i quali s’è resa necessaria l’adozione di ordinanze di sgombero per numerose famiglie, si contano in città smottamenti, frane, crolli e voragini delle e sulle strade con conseguente pericolo per la pubblica e privata incolumità@.