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Chieti, salta il Consiglio provinciale per mancanza numero legale. Opposizione chiede elezioni anticipate

provincia_chietiprovincia_chietiChieti. Il consiglio provinciale di Chieti, convocato oggi in prima convocazione, è saltato per mancanza di numero legale. Lo rendono noto i gruppi consiliari del Pd, IdV, Sel e Federazione della Sinistra, che commentano in proposito: Il rischio realistico è di andare alle elezioni anticipate”.

Oggetto dell’assise era discutere circa l’approvazione degli equilibri di bilancio già portati in discussione in aula rispetto al 30 settembre come prevosto dalla normativa vigente.

“Si va lentamente consumando l’esaurimento di una coalizione costruita per vincere le elezioni” contestano i gruppi di opposizione, “ma incapace di governare anche le più elementari istanze del territorio. Inizia la triste fine di un presidente legittimato dal voto popolare ma costretto ad accettare ogni sorta di condizionamento esterno da parte di chi intende il governo delle istituzioni cosa propria e privata ed ispira la sua azione alla più becera rappresentazione  al ventennio che fu. Nell’infinita querelle se, le province quali enti intermedi, debbano ancora esistere oppure no, in un quadro di riordino istituzionale complessivo, quella di Chieti rappresenta certamente un esempio d’inutilità: esternalizzazione dei più elementari servizi ordinari, mancanza di programmazione, incapacità di produrre iniziative infrastrutturali, nessuna iniziativa di governo del territorio, assoluta assenza nel fare sintesi autorevole con gli altri enti. Altro che “Catalogna d’Abruzzo”, qui stiamo precipitando nel deserto del Sahara!!!”.

L’opposizione lamenta l’incapacità del governo provnciale di lavorare per il bene comune. “E’  da  stigmatizzare” contestano in proposito “l’atteggiamento del presidente del consiglio provinciale Enrico Rispoli che pur presente in aula,  insieme ad altri consiglieri di maggioranza, non   ha risposto all’appello comportandosi da uomo di partito  e  di fatto  facendo venir meno  il suo ruolo super partes che la carica impone. Ora sarebbe bene che assumessero le logiche conseguenze per poter riconsegnare la decisione del nostro futuro al popolo sovrano”.