L’Aquila, il silenzio del Pdl e le rivendicazioni di Fli: Siamo noi la vera alternativa

enrico_veriniL’Aquila. Si fa sempre più forte e sentito il clima di campagna elettorale nel capoluogo abruzzese. E, mentre, fioccano nomi su nomi sui possibili candidati alla successione di Massimo Cialente, dure critiche al Pdl giungono oggi da quel Futuro e Libertà per l’Italia, che rivendica, in una nota, il ruolo di maggiore alternativa per la guida del capoluogo.

“Assistiamo, in silenzio fino ad oggi, al suicidio tattico di un’area moderata” scrivono i consiglieri comunali di Fli, Enrico Verini e Maurizio Leopardi “costruita in questi anni di onesta opposizione nostra e di pochi altri e presente storicamente nelle coscienze del tessuto aquilano. Il suicidio è perpetrato dal partito che, più per i numeri teorici che possiede che per la capacità di indicare proposte e prospettive per la città, avrebbe avuto la responsabilità morale di coordinare le varie sfaccettatura di quella vasta area di riferimento non di sinistra; parliamo dunque del Pdl”.

Un partito che secondo i fliniani “è totalmente appiattito su posizioni, peraltro latitanti, etero dirette da Celano e da Teramo. Insomma, una mortificazione del nostro territorio che da quelle latitudini non viene giudicato in grado di provvedere a se stesso e che si intende incapace di esprimere una qualsivoglia potenzialità di amministrarsi, commissariato politicamente in ogni sua scelta e poi dimenticato, salvo che nei momenti elettorali. L’ennesimo furto ai danni del nostro capoluogo aggredito nei fatti e nelle parole degli esponenti celanesi e teramani Piccone e Chiodi, visto da loro solo come terreno di conquista o campo di battaglia politica da sacrificare agli interessi di quei territori che nulla hanno a che fare con l’interesse genuino della nostra città. Noi di Fli siamo stufi, come credo tanti aquilani, di assistere a tutto ciò in silenzio e da oggi diciamo basta in maniera chiara. A L’Aquila crediamo che sia necessaria una presa di coscienza locale, ben sapendo che la città non può essere ricostruita se non dagli stessi aquilani. E a noi spetta anche decidere come, decidere chi deve rappresentarci, chi deve coordinarci”.

Secondo i consiglieri comunale “la nostra città va aperta alle idee e alle professionalità che arricchiscono, ma va decisamente chiusa, sbarrata a chi vuole lucrare, politicamente e non, sulle sue disgrazie e sulla sua debolezza politica. Rifiutiamo assolutamente anche il tentativo di tali esponenti, di utilizzare cavalli di troia aquilani, anche capaci e onesti, ma che se scelti da loro e dalle loro logiche, mai saranno liberi di essere rappresentanti veri e difensori delle aspirazioni della nostra L’Aquila. Qualcuno di tali esponenti del Pdl celanese e teramano, o più probabilmente qualche suo alleato aquilano, ci risponderà che questi discorsi sono campanilistici. Anticipiamo le loro obiezioni e rispondiamo che certamente amiamo i nostri campanili, anche quelli crollati, che non ce ne vergogniamo, che non accetteremo mai di assoggettarci e che in città vogliamo essere e saremo un punto di riferimento per tutti coloro che prima di tutto sono aquilani e poi moderati”.

I due rivendicano, dunque, il ruolo di L’Aquila capoluogo di regione, “senza offesa per Teramo e Celano, non lo svenderemo per qualche poltroncina inutile. Di fronte all’assenza di un Pdl credibile, siamo la vera alternativa aquilana, per tutti i moderati che la pensano come noi sui temi concreti da affrontare nel prossimo futuro”.

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