Chieti. “Come detto, comunicato e manifestato solo poche settimane fa, oggi il Cotir di Vasto rischia una implosione con conseguenze irreparabili e fatali sia sui lavoratori sia sulla struttura. Dopo la sospensione definitiva della corrente elettrica, del gas e dell’acqua, con le piogge torrenziali di queste ultime ore, si aggiungono ulteriori gravi e ingenti danni alla stessa struttura”.
Questo è l’allarme lanciato dal Presidente della Commissione vigilanza e Consigliere regionale Mauro Febbo dopo aver preso visione e contezza dell’attuale situazione critica del Centro di ricerca vastese documentata con delle foto.
“Il Cotir – sottolinea Febbo – vive una situazione di totale abbandono e incuranza da quando si è insediata la Giunta D’Alfonso. Dapprima la messa in liquidazione con l’erogazione di minime risorse a singhiozzo poi l’approvazione di una patrimonializzazione di dubbia finalità, tutto questo sempre promettendo il rilancio con la realizzazione del Centro unico accorpando Cotir, Crab e Crivea. I dipendenti, nonostante le rassicurazioni sia della Regione sia dei Commissari liquidatori, sono ancora senza stipendio ormai da due anni, vivono una situazione che rasenta la disperazione non più tollerabile e vengono offesi nella dignità con lo stanziamento di fondi che da luglio non vengono liquidati. Abbiamo una trentina di famiglie nella disperazione con il silenzio più totale sia delle Organizzazioni sindacali regionali ma soprattutto di quegli amministratori che in piena campagna elettorale (2014) salirono sui tetti per protestare. Oggi, non allora, si registrata il taglio definitivo dell’energia elettrica che produrrà lo spegnimento del MNR; oggi, non allora, c’è stato il taglio del gas lasciando gli uffici al gelo e, soprattutto, il congelamento delle colture nelle serre; oggi, non allora, il taglio dell’acqua e quindi la distruzione degli impianti irrigui con le nefaste conseguenze; oggi, non allora, il depauperamento dell’immobile senza manutenzione ordinaria e straordinaria. Insomma oggi bisogna elevare un ultimo grido di allarme perché già domani è tardi. C’è lo stanziamento approvato con un mio emendamento già da luglio ma che per cavilli burocratici, inefficienza e arroganza è ancora fermo e bisogna sbloccare immediatamente; c’è l’impegno preso in Consiglio dal Presidente D’Alfonso e dall’Assessore Pepe per una variazione di bilancio da fare entro il 10 gennaio di 1,2 milioni di euro: sono queste le cose da ottenere e fare ma immediatamente. Mi ripeto, già domani è tardi. Dobbiamo registrare – continua Febbo – che a metà legislatura e dopo l’insediamento dei commissari liquidatori assistiamo inesorabilmente alla chiusura e disfacimento definitivo del Centro visto che non è stato prodotto una sola delibera di giunta e atto amministrativo a favore dei Centri di Ricerca e del loro rilancio attraverso l’unificazione come sbandierato in campagna elettorale. Ancora più grave è il comportamento del presidente D’Alfonso registriamo, in questi anni, la sua cura e dedizione a trovare finanziamenti al fine di far tornare in vita “carrozzoni” messi in liquidazione durante la scorsa legislatura, come Abruzzo Engineering, Comunità Montane e diversi Consorzi. Tutti tranne il mondo della ricerca. Infatti sarebbe curioso capire se tale atteggiamento sia voluto o si tratta di incapacità amministrativa. Pertanto – conclude Febbo – spero che dopo questa tangibile e disastrosa situazione del Cotir la Regione dica con sincerità cosa e come intenda affrontare tale e mai verifica situazione”.