È saltato il Consiglio Comunale di Teramo previsto per questa mattina per l’assenza di alcuni elementi della maggioranza.
E se risposte dovevano esserci, all’indomani delle dimissioni dell’assessore alla cultura Marco Chiarini, risposte chiare e inequivocabili ci sono state. Così come è apparso evidente il significato del ritardo di Dodo Di Sabatino, arrivato solo qualche minuto dopo l’appello che ha sancito l’impossibilità di avviare il Consiglio, a causa di impegni familiari che lo hanno trattenuto un po’ più a lungo del previsto.
“Abbiamo assistito ancora una volta ad un tentativo pasticciato da parte del sindaco di salvare la propria faccia che tuttavia è franato in maniera misera”. Pesante il giudizio del capogruppo del Pd, Gianguido D’Alberto che, insieme a tutti i rappresentanti dell’opposizione ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni.
Fine di questa esperienza con dimissioni immediate, dunque, è la richiesta che arriva dalla minoranza visto anche il completo scollamento del sindaco con le elezioni del 2014. Ed è grave, come ha ricordato la consigliera Cristina Marroni, che ci sia una grande ignoranza amministrativa da parte del primo cittadino che ignora l’articolo 38 del Tuel nel quale viene indicato come le dimissioni di un assessore, comparate a quelle del consigliere, siano immediate e irrevocabili.
Di doppia bocciatura a Maurizio Brucchi, parla anche il consigliere del Movimento 5 Stelle Fabio Berardini, per la sua giunta e per il bilancio, visto che il sindaco accorpa anche questa delega, non essendo riuscito a trovare tecnici adeguati in grado di rilanciare la città che, al contrario si avvia verso il commissariamento. “E’ grave”, continua il consigliere, “che la maggioranza si debba leggere su un consigliere, la cui scelta di presentarsi un minuto dopo la chiusura del Consiglio ha un significato ben preciso. Mentre si continuano a disattendere questioni come quelle della sicurezza nelle scuole, in primis, visto che la squadra di tecnici ancora non c’è così come non c’è una programmazione di interventi e non sono stati trovati i soldi per pagare i professionisti”.
Parla invece di ricatti e capricci di un singolo la consigliera Paola Cardelli, che incolpa un consigliere (Di Sabatino appunto), “che non ha il coraggipo di venire in Consiglio, rassegnare le proprie dimissioni e far cadere l’amministrazione”, mostrando anche una certa perplessità per il fatto che il Pd, al quale lo stesso Di Sabatino avrebbe strizzato l’occhio in vista delle prossime amministrative, non ne sia “orripilato”.
Un giorno e mezzo per tirare le somme e pensare alle possibili strategie da attuare.