Chieti. “Rinnovato e politicizzato il nuovo organo esecutivo dell’Università D’Annunzio, scelta che, al di là dei meriti dei nuovi nominati e degli interni, fatta dal rettore Di Ilio, rammarica e mortifica la Città di Chieti vista la non presenza di rappresentanti Teatini e del territorio provinciale”.
Questa la denuncia lanciata dal presidente della commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo. “Una scelta certamente legittima, ma illogica e sbagliata, sbilanciata nella rappresentatività territoriale dove analizzando i nomi, si evince sia una concentrazione territoriale univoca sia un’appartenenza politica chiara e netta che si collega direttamente a chi oggi fa il Presidente della Regione ma continua ad operare e gestire come se fosse ancora il Sindaco di Pescara.
“Un ulteriore oltraggio e schiaffo alla Città di Chieti – spiega Febbo – che arriva dopo la chiusura del settore Ufficio ambiente della Provincia (unica delle quattro), dopo il trasferimento della sede amministrativa di TUA (ex Arpa), dopo la concessione della deroga alla chiusura solo per gli ospedali di Penne e Popoli penalizzando la provincia di Chieti a danno dei nosocomi di Ortona, Atessa, Gissi e Guardiagrele, dopo la chiusura delle solo guardie mediche della Provincia di Chieti, dopo l’assegnazione dei fondi sul dissesto idrogeologico che vedono Chieti cancellata e la provincia mortificata, adesso viene rinnovato il CdA dell’Università D’Annunzio con uomini espressamente riconducibili a D’Alfonso e al Partito Democratico. Addirittura viene confermato nel nuovo Cda anche chi da qualche giorno ha assunto l’incarico di neo assessore al Comune di Pescara, mentre prima era uomo di scienza oggi è uomo di parte ( specifica PD!!!). La mia – continua Febbo – non è una denuncia di appartenenza di campanile ma non posso sottacere ed evidenziare che dei sette membri del CdA due abitano a Pescara Centro, uno a Pescara Colli, uno a Torre dei Passeri e uno a Rosciano: a tutto c’è un limite. Così come non posso non sottolineare che il nostro territorio in questi anni ha profuso attenzione, forze e soprattutto risorse nei confronti della Università dannunziana. Ricordo come negli anni settanta, quando l’ateneo rischiava la chiusura e doveva ottenere la Statalizzazione gli artefici di questo grande risultato furono solo il Prof. Manzoni unitamente alla sola Provincia di Chieti. Mentre le altre due province (Teramo e Pescara che erano presenti nel cda) si sfilarono nel contribuire economicamente in maniera forte, addirittura Teramo usci dalla governante per far nascere una propria università.
La nascita di un CdA così fortemente schierato politicamente e territorialmente anticipa la nomina a breve del nuovo Magnifico Rettore, visto che Di Ilio non può ricandidarsi per l’età, chiara appare la lettura delle nomine oggi tutte fiduciarie: approvare il bilancio consolidato 2015 (sic!!!) e il preventivo 2016 ( e siamo a ottobre – sic !!!). Vorrei non avventurarmi nel giudizio di investimenti edilizi milionari e magari di proroghe fiduciarie in testa al nuovo Rettore. L’auspicio – conclude Febbo – è che il Magnifico Rettore prende atto della incompatibilità di legge e soprattutto etica del prof. Di Battista, nominato da D’Alfonso all’Adsu e del prof. Civitarese neoassessore all’urbanistica del comune di Pescara e si dia riconoscimento e dignità a questa Città e al suo territorio con la nomina, in loro sostituzione, di figure ad esso ricollegabili”.
“La Provincia di Chieti non smantella affatto – dichiara il Presidente Pupillo replicando alle accuse diffuse sulla stampa dal consigliere Mauro Febbo – ma svolgerà le sue attività istituzionali come ha sempre fatto, semplicemente avvalendosi di una unica sede, quella centrale di Corso Marrucino. Riaccorpare gli uffici e riorganizzare i servizi è un’operazione inevitabile per tutte le province alle prese con l’attuazione della legge Delrio. Ogni Provincia sta mutando la sua mission in Ente Area Vasta esi concentrerà su poche funzioni essenziali, l’edilizia scolastica e la manutenzione stradale in via principale, nonché svilupperà i servizi a favore dei comunitra cui la tanto citata Stazione Unica Appaltante. Molte funzioni come Genio Civile e Ambiente, per esempio, sono state trasferite alla regione con tutto il personale. Altre funzioni attendono il passaggio definitivo in regione. Una parte del personale, invece, è stata trasferita dal 1 settembre in diversi enti pubblici come Ministeri e Università o piuttosto nei Comuni. Dunque, numericamente siamo stati dimezzati. Niente di più logico che “radunare” i dipendenti che residuano nel Palazzo di Corso Marrucino. Per la Provincia di Chieti è un po’ come tornare ad un passato non molto lontano che il consigliere Febbo ricorderà. E’ ridicolo affermare chearrecherà danno al tessuto economico sociale di Chieti”.
“L’eventuale dismissione del Polo Tecnico – aggiunge il Presidente Pupillo – sarebbe di per sèil frutto di una strategia di razionalizzazione delle spese assolutamente lodevole, possibile alla luce di quanto detto. Tra l’altro è in linea con la spendingreviewche ci ha imposto già scelte rigorose, necessaria per un ente in predissesto come la Provincia di Chieti che deve gioco forza contenere le uscite e che, come la gran parte delle province italiane, ha fatto finora ricorso alla vendita degli immobili proprio per fare cassa e ripianare il bilancio. Si tratta di un atteggiamento di coerenza, dove il concetto del risparmio non è affatto un “pretesto” come afferma il consigliere regionale. L’immobile di Via Monsignor Venturi era adibito in prevalenza a funzioni che la provincia non svolge più, mi riferisco all’Ambiente. Da lì abbiamo trasferito l’Urbanistica nella sede centrale. Tra l’altro, ricordo che tale struttura era posta in vendita già dalla precedente Amministrazione Di Giuseppantonioche ne aveva intrapreso la dismissione con vari avvisi di vendita dal 2012 in poi”.
Sulla questione centrale del Polo Tecnico, il Presidente Pupillo precisa: “Attualmente è stata solo avviata la fase esplorativa per verificare la fattibilità tecnica dello spostamento del Polo presso la sede centrale, operazione che porterebbe enormi vantaggi sia da un punto di vista logistico interno di raccordo tra i vari servizi, per esempio con la ragioneria, sia per la soluzione del più che decennale problema informatico interconnettivo sulla rete esterna che rallenta fortemente le attività dei tecnici che ivi operano. Problema quest’ultimo che dal primo gennaio del 2017 sarà aggravato dall’entrata in vigore della normativa sull’agenda digitale. Raggruppare gli uffici in una unica sede, piuttosto, rafforza fortemente la capacità operativa di sviluppo della Stazione unica appaltante. Ogni aspetto strettamente logistico verrà ovviamente attentamente valutato ed è incomprensibile che una riunione operativa preliminare per unanormale razionalizzazione dei servizi, in un contesto così drammatico per le province italiane, venga addirittura considerato come un danno per la città di Chieti”.
“Trovo peraltro fantasioso – conclude il Presidente della Provincia – paventare che la chiusura del Polo tecnico comprometta la riforma Delriooltre aboicottarela Stazione Unica Appaltante.Semmai, ribadisco, è l’esatto contrario. Se lavoriamo nella stessa direzione, senza lasciarsi andare ad affermazioni non veritiere e irrispettose, senza preoccuparci di questioni dirigenziali che non competono, realizzeremo non solo questo progetto ma molto di più”.